C’è un uomo, c’è la strada e c’è un veicolo. Ma di questi tre fattori il primo rimane sempre fondamentale. E forse in alcuni casi è anche il più delicato, perché si può ferire fuori, ma a volte può “grippare” – per dirla così – anche dentro. Ecco perché in questo periodo, così pieno di incertezze, abbiamo deciso di parlare di ansia. Quindi abbiamo pensato di sollevare il problema con un sondaggio proposto agli autotrasportatori. E dobbiamo dire che il tema è apparso molto centrato, perché le risposte sono stati tantissime (104 per la precisione) raccolte tra gli iscritti a 19 gruppi Facebook (Fratelli camionari, Truck driver, Camionisti informati, Gli amici del bestione, Noi camionisti nell’anima, Megaconsorzio per la sopravvivenza, Camionisti del Sud, Figli dell’asfalto 2, Donne e motori, Camionisti ovunque, Vita di strada missione camionista, Buona strada lady truck, La vita ti ha reso camionista, Camionista x passione, Fast autotrasporto, The Volvo from Italy, Passione Iveco) oltre alla pagina personale di Guido UeT .
Abbiamo ordinato le risposte più frequenti in quattro categorie, ognuna identificativa della motivazione che gli autisti hanno individuato come “motore” di ansia
- Fattore Tempo | le attese sono, con 27 commenti, in testa alle situazioni che causano maggiore ansia: in 13 fanno riferimento alle attese al carico/scarico; in 12 parlano di tempi morti; in 2 di ore d’impegno. Qualche esempio: «Le lunghe attese di carico/scarico sotto al sole sono snervante per me, ecco»; «Quando ti dicono che serve un’ora di attesa e poi si appura che ce ne vogliano 3»; «In assoluto le attese ai terminal e le code per strada. Sfibrano anche le menti più zen».
- Fattore Azienda | 21 commenti fanno invece riferimento come causa di stress al datore di lavoro: in 13 segnalano un’ansia derivabile dai tempi frenetici, dai ritmi lavorativi e dalle richieste pressanti dell’azienda; in 6 rilevano una forte inefficienza e disorganizzazione da parte dell’azienda; 1 persona segnala le eccessive telefonate da parte dell’amministrazione; 1 il peso del controllo satellitare. Qualche esempio: «[…] ci metterei anche lo stress da: “devi fare così poi mi fai cosà e poi mi vai di qui” come se non ci fosse un domani…»; «[…] Non sopporto quando cominciano a chiedere: a che ora arrivi? Pensi di scaricare? Riesci ad arrivare per le 17?»; «Con certe aziende non ci sono i tempi morti, c’è stress perché spingono sempre»; «Un bel po’ di ansia te la carica il proprio datore di lavoro, a volte con assurde richiese in alcuni casi superando la legalità! Il nostro lavoro lo vedo come un terreno fertile per l’ansia!».
- Fattore Umano | anche i rapporti con le persone contribuiscono a creare momenti di ansia; sono 13 i commenti che sollevano problematiche di maleducazione o poco rispetto. Qualche esempio: «Il modo di guidare, la gente e il poco cameratismo tra di noi… alcuni credono che questo lavoro sia fare gare agli altri»; «La mancanza di rispetto degli automobilisti, dei magazzinieri al carico / scarico e le guardie in portineria»; «Fermarsi per la sosta ed essere trattato come una merda»; «Sorpassare un collega, quando procede lentamente, e poi quando guarda lo specchietto e si accorge di essere il lumacone di turno, accelera e ti lascia come un fesso in sorpasso». Due persone invece hanno segnalato come fattore di ansia il rimanere lontano da casa durante le festività o il fine settimana: «Il venerdì e il saper di non rientrare a casa». Infine, un autista ha segnalato la paura di fare male a se stesso o agli altri.
- Fattore Strada | le condizioni della strada e del viaggio sono al terzo posto della nostra scaletta, con 15 risposte; in 6 segnalano le code e il traffico lungo la strada; in 4 sono in ansia quando giungono in posti non conosciuti; in 3 si trovano a disagio in aree di sosta poco attrezzate e confortevoli; in 2 non sopportano le dogane. Qualche esempio: «[…] Capitare in strade assurde o sbagliare e finire bloccata»; «Io soffro molto quando non trovo la possibilità di lavarmi e col frigo purtroppo dando fastidio nei parcheggi capita troppo spesso, mi rovina il sonno quando succede»; «Sarò una fighetta ma odio quando non riesco a far la doccia…ma fortunatamente girando per la Francia la si fa sempre…dei tempi morti me ne frego…tanto venerdì arriva sempre bene o male».
Anche in questo caso, non sono mancati i commenti ironici, seppure in larga minoranza; come per esempio: «Io sono arrivato al punto di non ritorno…»; «Non ci sono più i camionisti di una volta… Quelli con la pazzzzzione che hanno fatto l’Italia»; «È una storia vecchia più del primo camion! Vai nel piazzale e aspetta. Sarai chiamato!».
Come non mancano anche le riflessioni sull’ansia e sull’importanza di combatterla. Tra queste: «Riuscire a gestire l’ansia vi porterà ad affrontare meglio non solo il lavoro, ma tutto ciò che vi circonda. Io ho risolto portandomi un libro o settimana enigmistica. Fatevi una domanda…. Cosa cambia mettersi in uno stato d’ansia, si carica/scarica prima? Dipende tutto da noi. E ogni cosa che facciamo, ansia compresa, comporta impegno. Pensateci». E anche su come siano cambiate nel tempo le modalità di lavoro rispetto al passato e come questo possa aiutare ad affrontare meglio l’ansia. Per esempio: «Oggi come oggi con i tempi morti va meglio…. Pensa una volta senza internet senza cellulari senza nulla…. Ora puoi vederti un film, leggere notizie, comunicare con il mondo; una volta era veramente dura, eri tagliato da tutto rimaneva qualche libro. I fumetti porno abbondavano su ogni cabina e la frequenza 900 mhz quando eri all’estero dove sentivi se eri fortunato il notiziario della mezza notte e sentivi una parola su 6».
Infine, sono stati condivisi un paio di suggerimenti. Uno pratico e utile è: «Io chiamo i clienti, e li avviso che sto arrivando; ci sono clienti che devi sollecitare, come pure altri che ti fanno trovare il cancello e la cisterna aperti o ti danno il consenso di scaricare in loro assenza; per ogni attesa che superi il quarto d’ora, avviso l’ufficio, il responsabile, poi, chiama l’azienda; nel mio lavoro, attesa quasi a zero, a parte qualche attesa in costiero».
Il post di Guido UeT | «Oggi voglio proporvi un sondaggio su un tema poco dibattuto, ma per me è molto importante: l’ansia sul lavoro. Tante sono le situazioni stressanti e penso che condividere un po’ di idee possa aiutarci a viverle meglio. Vi dico la mia: io ho pochissima tolleranza per i tempi morti, mi mandano proprio in bestia! E per voi? Quali sono le situazioni che vi causano più ansia sul lavoro? A voi la parola!»
Fratelli camionari | 27 |
Truck driver | 25 |
Guido UeT | 8 |
Camionisti informati | 7 |
Gli amici del bestione | 5 |
Noi camionisti nell’anima | 5 |
Megaconsorzio per la sopravvivenza | 4 |
Camionisti del Sud | 3 |
Figli dell’asfalto 2 | 3 |
Donne e motori | 3 |
Camionisti ovunque | 2 |
Vita di strada missione camionista | 2 |
Buona strada lady truck | 2 |
La vita ti ha reso camionista | 2 |
Camionista x passione | 2 |
Fast autotrasporto | 2 |
The volvo from Italy | 1 |
Passione Iveco | 1 |
104 |
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Curiosità
L’ansia porta a trarre veloci conclusioni…ma sovente è una cattiva consigliera.
È quanto emerge da uno studio condotto dall’università dell’Illinois (Fraley et al., 2006). Più nello specifico, i ricercatori hanno rilevato che le persone ansiose sono molto sensibili al cambiamento delle espressioni facciali. Tuttavia, le conclusioni che traggono sono spesso errate, con conseguenze negative sul piano relazionale (possono essere causa di maggiore conflittualità). Questo perché, giudicando velocemente le emozioni dell’altro dalla sola espressione facciale, spesso inferiscono stati emotivi e intenzioni erronee. Come dire… l’apparenza inganna!