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10 domande a…Monika Kesselring

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CARTA DI IDENTITÀ

NomeMonika
CognomeKesselring
Etàquella giusta!
Stato CivileNubile
Punto di partenzaVallecorsa (FR)
Anzianità di Servizio25 anni
Settore di trasportoTrasporto frigo prodotti ortofrutticoli

1) Sei stata sempre camionista?

No, dopo gli studi in economia ho trovato subito impiego presso una banca dove ho lavorato per un po’ di anni. Quel lavoro però non faceva per me, così mi sono messa a cercare altro e ho trovato lavoro presso l’azienda di distribuzione ortofrutta di Hape Waser, a Davos, dove lavoro attualmente e che ho rilevato tempo fa. Inizialmente mi occupavo di contabilità poi ho chiesto al mio capo se potevo occuparmi della distribuzione. Mi piaceva l’idea di viaggiare con il camion! A 30 anni ho preso le patenti e sono partita!

2) Il primo camion?

Un vecchio Volvo CH230 della ditta con il quale ho fatto anche la scuola guida.

3) Non sei più scesa dal camion da allora?

Esatto, poi mi è stato assegnato un Volvo F10. Successivamente sono passata alla guida di un altro Volvo, un FH12, e infine è arrivato lo Scania R490, una motrice 8×2 con cassone refrigerato. Il mio amato Einstein.

4) Pensi di rimanere sempre sullo stesso settore di trasporto?

Certamente. Quando il mio capo si è ritirato in pensione ha deciso di passarmi tutto, ditta e camion. Oggi sono molto orgogliosa della mia attività e, anche se in pensione, c’è sempre Hape Waser al mio fianco pronto a darmi una mano.

5) Ma perché proprio Einstein?

Mi sono innamorata da subito di questo camion e volevo fosse dedicato a un personaggio famoso, una persona che tutto il mondo conoscesse e che avesse qualcosa in comune con la Svizzera. Così ho studiato due personaggi con questo profilo: Charlie Chaplin e Albert Einstein. Dopo di aver letto e approfondito le loro biografie ho scelto Einstein.

6) La cosa che più ti ha colpito di Einstein?

Una sua citazione: «time is an illusion». Penso infatti che ogni tanto bisognerebbe fermarsi a riflettere e controllare l’orologio dell’universo magistralmente rappresentato sul cassone dall’artista svizzero Marcel Gerber, detto “Stingray”.

7) La passione per le aerografie?

Quella nasce dai numerosi raduni a cui ho partecipato. E poi non ho trovato metodo migliore per dedicare ad Einstein il mio camion se non imprimere la sua immagine e le sue formule nella carrozzeria. Così ho contattato, in accordo con il mio capo, Marcel Gerber che ha realizzato le stupende aerografie della cabina e del cassone.

8) Partecipi ancora ai raduni?

Ma certo, tranne in questo periodo a causa delle restrizioni dovute alla pandemia. Ma appena sarà possibile ricomincerò. È un mondo fantastico. Ci si conosce tutti e condividiamo la stessa passione per i camion. Si ride, si scherza e si sta tutti insieme.

9) Una giornata di lavoro tipo?

Generalmente mi alzo alle 02:15 di mattina, vado a comprare la merce al mercato ortofrutticolo di Zurigo, carico il camion e rientro alle 07:00 in magazzino per scaricare. Poi sbrigo le pratiche d’ufficio: contabilità, fatturazioni, ecc. A volte, se capita e se ho tempo, faccio anche trasporti conto terzi. Nei mesi invernali compro frutta e verdura in Italia per rivenderla qui in Svizzera.

10) Cosa non deve mai mancare in cabina?

Delle scarpe con tacco 12, specie per quando si va ai raduni. Me ne sono fatta fare un paio su misura dello stesso colore del camion.

Per leggere altre interviste ai protagonisti della strada, vai a «Voci on the road».

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