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10 domande a… Alessandro Scicchitano

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CARTA DI IDENTITÀ

NomeAlessandro
CognomeScicchitano
Età53 anni
Stato CivileConiugato
Punto di partenzaMilano
Anzianità di Servizio33 anni
Settore di trasportoTrasporto container

1) Come è nata la passione per i camion?
Sono salito su un camion la prima volta a 11 anni. Papà era meccanico e aveva un’officina di riparazione mezzi pesanti e tante volte andavo ad aiutarlo. Quando vedevo passare i camion sulla statale 106 che correva davanti a casa nostra dicevo a mia madre: «Mamma lo vedi quel camion gigante? Da grande sarà mio». E da lì non ho mai perso di vista il mio obiettivo.

2) Sei sempre stato un padroncino?
Sono emigrato dalla Calabria a 20 anni per cercare lavoro al Nord dove per 5 anni ho lavorato come dipendente prima di fare il grande passo.

3) Cosa non deve mancare mai in cabina?
Non devono mai mancare i viveri, perché durante la settimana può succedere che una sera torni a casa, ma altre quattro notti rimani fuori.

4) Come è una tua giornata-tipo di lavoro?
Mi sveglio alle 4, prendo il carico e via in direzione Treviso, San Marino, Trento, Genova. Ogni giorno una meta diversa, tra una colonna di traffico e l’altra. Per rispettare tutte le leggi e le ore di impegno, spesso rimango fuori a dormire.

5) Il camion del cuore?
Il mio attuale Scania 144 460 V8, che pur avendo 20 anni, è sempre il numero uno. Perché quel camion non è un mezzo, ma è parte di me, passo più ore lì, che a casa mia. Nel 2015 gli ho rifatto il motore e da allora abbiamo fatto insieme 600.000 chilometri.

6) Il primo camion di proprietà?

Il mio primo camioncino è stato un OM50 dei primi anni ’70. Lo adoravo.

7) Te la sei vista brutta quando?

Una mattina di luglio di qualche anno fa, mi è scoppiato uno pneumatico anteriore del trattore. Sono stati attimi di panico perché non riuscivo a governare il camion che sbatteva da un guardrail all’altro dell’autostrada. Quel giorno qualche angelo mi ha salvato. Non ci sono state conseguenze né per me né per altri. Solo qualche ammaccatura sul camion.

8) La sosta pranzo?

A pranzo non c’è mai orario e non mi fermo mai in un autogrill a spendere soldi per mangiare, piuttosto accendo il mio fornellino portatile e mi cucino un piatto di pasta mentre faccio la pausa.

9) I momenti più belli della tua vita da camionista?

Quando mi portavo dietro la mia famiglia, quelli erano i miei momenti più felici. Peccato che ora la legge non lo permetta più.

10) La tua famiglia cosa pensa del tuo lavoro?

Sono fortunato ad avere una moglie che al ritorno mi ha sempre sostenuto. Alle mie due figlie, brillano gli occhi quando vedono un qualsiasi camion, perché conoscono la mia passione e i miei sacrifici e ne vanno fiere. Mi considerano il loro supereroe, un po’ come un principe a cavallo. La differenza è che io di cavalli ne cavalco 460!

Per leggere altre interviste ai protagonisti della strada, vai a «Voci on the road».

Redazione
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La redazione di Uomini e Trasporti

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