Il tachigrafo ha subìto nel tempo una costante evoluzione. Soltanto il 1° maggio 2006 avveniva il passaggio dall’analogico al digitale e, da allora, in poco più di quattordici anni, grazie al sempre più veloce progresso tecnologico, sono già nate due generazioni, intervallate da diverse evoluzioni intermedie, grazie anche alla spinta normativa.
Ogni generazione del tachigrafo, così come ogni evoluzione, è caratterizzata da modalità di funzionamento diverse e conseguenti registrazioni differenti.
In linea generale il tachigrafo digitale registra i dati sia sulla carta tachigrafica (28 giorni) sia sulla propria memoria (365 giorni) dove sono registrati:
- l’identificazione del tachigrafo
- calibratura e montaggio
- gli elementi di sicurezza
- ogni inserimento e ogni estrazione della carta del conducente
- l’attività del conducente (guida, riposo, altre mansioni e disponibilità)
- luogo di inizio e di fine attività
- distanze percorse ogni giorno per ogni inserimento e disinserimento di carta tachigrafica
- velocità istantanea (ma non per tutti i tachigrafi)
- anomalie varie, compreso il superamento della velocità a cui è stato tarato per un periodo superiore a 60 secondi.
Il tachigrafo di seconda generazione (o intelligente) registra inoltre le coordinate geografiche di inizio e termine attività, nonché la posizione ogni tre ore di guida.
Un aspetto importante riguardano proprio le anomalie che possono riguardare sia la carta del conducente sia il tachigrafo stesso.
Tra queste anomalie particolare attenzione deve essere prestata alla «guida senza carta del conducente» e al «superamento della velocità».
Per quanto riguarda la guida senza carta, il tachigrafo registra l’evento più lungo per ciascuno degli ultimi 10 giorni e i 5 eventi più lunghi degli ultimi 365 giorni, indicando data e ora di inizio e fine evento compresi il numero di eventi simili avvenuti nella medesima giornata.
Relativamente al superamento della velocità innanzitutto è doveroso chiarire quale velocità viene registrata. Il tachigrafo, infatti, registra i superamenti della velocità rispetto a quella da taratura (massimo 90 km/h per i veicoli) e durati più di 60 secondi. Per ognuna di queste “anomalie”, il tachigrafo rileva:
- gli eventi più gravi ovvero quelli con velocità media più elevata per ciascuno degli ultimi 10 giorni
- i 5 eventi più gravi degli ultimi 365 giorni;
- il primo superamento fatto dopo l’ultima taratura;
- il primo superamento di velocità successivo al controllo da parte delle Autorità preposte;
Per ciascuna anomalia sono indicati data e ora di inizio, la velocità istantanea e la media, il numero della carta tachigrafica e il numero di eventi simili avvenuti nella medesima giornata. A titolo di esempio, se nel tabulato delle anomalie delle velocità sono indicate le velocità di 94 km/h e di 92 km/ per 2 minuti, significa che in quel lasso di tempo la velocità massima è stata 94 km/h, mentre la media sempre in tale lasso è stata di 92 km/h. Se in alcuni tachigrafi viene registrata una durata di 00h00 significa che il conducente ha superato la velocità per il primo minuto, ma non ha completato il secondo minuto (non tutti i tachigrafi registrano questo tempo nel medesimo modo).
È infine doveroso conoscere anche le sanzioni previste dal codice della strada.
Per la guida senza carta del conducente si applica l’art. 179 comma 2 e 9 che prevede una sanzione da 868 a 3.471 euro, la decurtazione di 10 punti dalla CQC e la sanzione accessoria della sospensione della patente di guida da 15 giorni a 3 mesi oltre alla sanzione per l’impresa. Per i superamenti di velocità, la situazione è più complessa in quanto è necessario prima di tutto togliere la tolleranza prevista, in questo caso, di 6 km/h (anziché 5% con minimo 5 km/h) come dalle ipotesi riportate in tabella.