La normativa nazionale in tema di autotrasporto è ampiamente caratterizzata, quantomeno dall’adozione del D.lgs 286/05 in avanti, dalla costante introduzione di norme volte a garantire, in un mercato ampiamente liberalizzato, l’esecuzione delle operazioni di trasporto nel rispetto della sicurezza stradale e sociale. Le modalità con cui il legislatore persegue tale obiettivo sono rappresentate dalla sempre maggiore espansione del regime di responsabilità condivisa fra vettore e committente. Sempre più spesso, infatti, negli ultimi anni si è assistito all’introduzione di norme finalizzate a far ricadere sul committente l’onere (e le conseguenti responsabilità) di verificare la regolarità dei vettori a cui affida i trasporti, così che questi eseguano le proprie prestazioni nel rispetto delle norme in materia di circolazione stradale.
Anche a livello comunitario il tema della sicurezza stradale è, ovviamente, considerato prioritario e, dall’inizio di quest’anno, è entrata in vigore una normativa che sicuramente contribuirà a innalzare il livello medio di sicurezza nel territorio unionale. Si tratta, tuttavia, di una normativa che, a differenza di quella nazionale, mira a responsabilizzare esclusivamente le imprese di autotrasporto e non coinvolge in alcun modo il committente e gli altri soggetti interessati al carico.
Cos’è in concreto l’ERRU?
Erru è l’acronimo di Registro Europeo dell’Autotrasporto (European Register of Road Transport). Si tratta di un ulteriore tassello con cui la normativa europea tenta di implementare, a livello uniforme per tutti i paesi membri, il livello di sicurezza stradale. Con l’Erru, infatti, è stato introdotto una sorta di sistema a punti con cui valutare il grado di affidabilità delle imprese di autotrasporto. In caso di violazioni gravi e reiterate, le imprese non rispettose delle norme poste a presidio della sicurezza stradale saranno sanzionate con la sospensione o la revoca dei titoli abilitativi all’esercizio dell’attività.
Ma come funziona il sistema introdotto dall’Erru?
Innanzitutto, va precisato che tale normativa entra in vigore con sette anni di ritardo rispetto a quanto inizialmente previsto, anche a causa di svariati deferimenti alla Corte di Giustizia UE di alcuni paesi, responsabili di aver omesso l’attivazione del Registro Elettronico Nazionale, presupposto imprescindibile per consentire l’afflusso dei dati a quello europeo. Le fondamenta dell’Erru, infatti, sono rappresentate dai singoli registri nazionali, come per esempio l’italiano Registro Elettronico Nazionale, tenuto dall’Albo Nazionale degli Autotrasportatori.
L’Erru registrerà le violazioni alle norme in materia di circolazione poste in essere da ciascuna impresa di trasporto sull’intero territorio comunitario. Tali violazioni sono classificate secondo un punteggio che tiene conto della gravità di ciascuna specifica infrazione.
A ogni violazione consegue la decurtazione di un numero di punti proporzionato alla gravità della violazione stessa e, una volta esauriti i punti, l’attività dell’impresa deve cessare
Come funziona il sistema a punti?
L’Erru introduce un sistema a punti simile a quello, già sperimentato, delle patenti di guida: a ogni impresa è attribuito un punteggio iniziale, che tiene conto della dimensione dell’impresa. A ogni violazione consegue la decurtazione di un numero di punti proporzionato alla gravità della violazione stessa e, una volta esauriti i punti, l’attività dell’impresa deve cessare. In ogni caso, è previsto un meccanismo che consente di ripristinare il punteggio iniziale ogni due anni.
L’elenco dettagliato delle infrazioni che comportano decurtazione di punti è indicato nel regolamento UE 2016/403. In questa sede e in via generale si può osservare che le infrazioni sono classificate in tre livelli di gravità e suddivise in varie categorie, che comprendono le infrazioni relative ai tempi di guida e di riposo, quelle relative alla gestione del cronotachigrafo, il rispetto dell’orario di lavoro, le violazioni inerenti i pesi e le dimensioni dei veicoli, le revisioni dei veicoli, i limitatori di velocità, la regolarità delle patenti degli autisti, le norme sulle merci pericolose, l’accesso al mercato e le regole per il trasporto degli animali.
È già prevista un’implementazione delle infrazioni che porteranno alla decurtazione di punti con l’introduzione delle violazioni delle norme istituite dal Primo Pacchetto Mobilità. Un portale web mostrerà il punteggio di ogni azienda. Le imprese verranno avvisate ogniqualvolta i punti saranno dimezzati rispetto al plafond iniziale e, in caso di azzeramento, le autorità nazionali dovranno avviare un procedimento finalizzato alla sospensione dell’autorizzazione.