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I punti caldi della logistica del freddo

Per chi opera nell’ATP, gli ultimi anni sono stati molto particolari. La pandemia ha messo a dura prova il settore, sia dal punto di vista gestionale che operativo, costringendo le imprese a ripensare i modelli distributivi per far fronte a una domanda che si impennava sempre di più mese dopo mese. A volte ho la percezione che i rischi per potenziali interruzioni nelle logistiche siano aumentati. Come garantire quindi che la catena del freddo venga rispettata a tutti gli effetti? Quali sono le soluzioni da adottare per minimizzare gli errori e il dispendio di risorse?
Gianni C_Ancona

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I due anni di restrizioni dovute alla pandemia, in effetti, hanno generato un aumento esponenziale degli acquisti online dei prodotti alimentari destinati al consumo quotidiano, trasportati in regime di temperatura controllata. I più recenti studi condotti da organismi specializzati confermano lo straordinario trend di crescita del mercato elettronico globale degli alimenti freschi, che è aumentato di 4,5 miliardi di dollari nei primi otto mesi del 2021, rispetto allo stesso periodo dell’anno 2019. In questa situazione, mentre alcune grandi imprese di produzione di alimenti si sono avvalse di canali e-commerce dedicati per tracciare tutta la catena logistica del freddo, sono state create anche numerose start-up per sviluppare servizi innovativi in grado di fronteggiare al meglio le esigenze dei consumatori. Si tratta, quindi, di un segmento di assoluto rilievo del trasporto di merci, che abbraccia quasi 120.000 veicoli, tra leggeri, medi e pesanti, e circa 60.000 fra rimorchi e semirimorchi, tenuti a osservare le regole dell’Accordo ATP, destinato alle derrate sensibili alla temperatura e ai tempi di consegna. 

Dobbiamo tuttavia soffermarci sugli aspetti più complessi e problematici del trasporto e distribuzione di prodotti alimentari (ma anche farmaceutici) in regime ATP, che riguardano principalmente la logistica dell’ultimo miglio, dove il recapito a domicilio, particolarmente apprezzato dai consumatori, soffre per mancanza di trasparenza e di tracciabilità lungo tutta la filiera, dall’imballaggio fino alla spedizione e distribuzione: in pratica, non si riesce a monitorare il giusto livello di mantenimento della temperatura e di umidità e, conseguentemente, del livello di qualità dei prodotti in qualsiasi momento del trasporto. A titolo di esempio, carne, pollame e prodotti lattiero-caseari necessitano di veicoli attrezzati con celle frigorifere, mentre, se guardiamo al trasporto della frutta, alcune tipologie necessitano di un intervallo di temperatura compreso tra 0 e 2 gradi, mentre altri prodotti possono essere danneggiati dal freddo e devono essere mantenuti in un intervallo compreso tra 13 e 15 gradi.  La carenza di tracciabilità, unita alla dilatazione dei tempi di consegna, che troppo spesso risentono delle attese al ricevimento nei centri della Grande Distribuzione Organizzata (GDO), contribuisce a provocare sprechi di cibo, che rimane invenduto in notevoli quantità (si stimano 4 milioni di tonnellate, ovvero 67 kg per abitante ogni anno).

La soluzione per raggiungere una reale sostenibilità della logistica di prodotti fondamentali per la salute dei cittadini, ordinati online, non può che essere il ricorso generalizzato alla tecnologia digitale: infatti, se consideriamo che ogni acquisto comprende necessariamente uno scambio di informazioni fra le parti, con una crescente domanda di consegne sicure, vediamo come un processo di progressiva digitalizzazione della filiera del fresco sia ormai indifferibile. Si tratta di adottare soluzioni tecnologiche che, a partire dalle modalità di approvvigionamento allo stoccaggio ottimale dei prodotti, dall’imballaggio più appropriato all’utilizzo di contenitori idonei per la spedizione, dai sistemi di ottimizzazione e monitoraggio dei percorsi alla possibilità di fornire al consumatore finale assicurazioni sul livello di qualità del prodotto acquistato, consentano di pianificare le spedizioni e le consegne dell’ultimo miglio. Nel contempo, strumenti di tracciamento in tempo reale possono massimizzare l’efficacia dei sistemi di distribuzione, aiutando gli operatori del trasporto e della logistica ad essere sempre più rispondenti alle richieste dei propri clienti.

Accanto a questa scelta, va ripensata l’organizzazione del processo di consegna alla GDO, che può essere ottimizzato estendendo, previa prenotazione in via informatica, le «finestre» di scarico presso i centri di distribuzione, che attualmente sono concentrate essenzialmente nella fascia oraria mattutina. A fronte della necessaria riorganizzazione dei turni di lavoro, si avrebbero benefici quali la riduzione della congestione nei magazzini, che avrebbe un impatto di fondamentale importanza per i prodotti della catena del freddo e una maggiore sicurezza sul lavoro.

Clara Ricozzi
Clara Ricozzi
ex direttore di dipartimento c/o ministero Trasporti
Scrivete a Clara Ricozzi: ministerieco@uominietrasporti.it

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