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È giunto il tempo della multimodalità

Si sente spesso parlare dei numerosi vantaggi che il trasporto multimodale è in grado di offrire: riduzione dei costi, consegne più rapide, meno sforzi logistici. Ma perché allora questa modalità di trasporto sembra ancora non essere sufficientemente diffusa?
Cesare B_

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Una recente indagine che l’ITF (International Transport Forum) ha dedicato alla decarbonizzazione, al trasporto marittimo intracontinentale ed alla multimodalità, ha rilevato come le diverse politiche adottate dagli Stati, volte a favorire modalità di trasporto diverse da quella stradale, non abbiano finora avuto successo, sia perché non sono allineate fra loro, sia perché i Governi continuano simultaneamente a supportare il trasporto su gomma, adottando diverse forme di esenzioni fiscali sul carburante ed evitando di recuperare gli elevati costi causati alla manutenzione delle strade dai veicoli pesanti.
Ricordiamo che il trasporto multimodale, a differenza di quello intermodale (stessa unità di carico con più vettori diversi), abbraccia almeno due modi di trasporto (ferroviari, marittimi, stradali), è affidato alla responsabilità di un unico operatore e può comportare rotture di carico.

Nel nostro Paese, ad approfondire il tema e le problematiche connesse alla multimodalità ha pensato il Freight Leaders Council, libera associazione di studi, ricerche e proposte inerenti l’industria logistica, cui aderiscono imprese di primaria importanza della filiera logistica e non solo, e che da sempre promuove il riequilibrio modale e la sostenibilità del settore. Il FLC ha dato vita al Quaderno 31, dal titolo «Multimodalità: più efficienza, meno costi, maggiore velocità di consegna», che sarà presentato il 19 ottobre in un apposito Convegno convocato sotto l’egida dell’Università degli Studi di Trieste, dove si auspica anche che dal PNRR arrivi una forte spinta alla sostenibilità dell’industria logistica.  
A differenza di quanto avvenuto nelle precedenti indagini sulla ripartizione modale del trasporto merci, il nuovo Quaderno ha inteso coinvolgere, accanto ai tradizionali operatori del settore, anche le imprese di produzione e di trasformazione, nonché gli stessi cittadini, in quanto destinatari e possibili «influencer» delle scelte di trasporto multimodale.

In sintesi, dal Quaderno ci aspettiamo, oltre alla consueta e accurata indagine sulle quote di traffico suddivise per modi di trasporto:

  • un’analisi compiuta dei dati, ma anche dei possibili scenari inerenti le diverse forme di trasporto merci multimodale, che tengano conto delle modifiche subite negli ultimi anni dai trend economici globali, e delle conseguenti sfide per l’industria logistica, prima a causa della pandemia da Covid 19, e poi per la crisi indotta dalla guerra di invasione russa in Ucraina, che tuttora appare lontana da soluzioni pacifiche;
  • un esame «ragionato» della dotazione infrastrutturale riconducibile ai trasporti multimodali (rete autostradale, ferrovie, porti, interporti, aeroporti) e dei principali componenti di un sistema logistico multimodale;
  • un approfondimento sull’importanza delle tecnologie innovative, la digitalizzazione e la semplificazione delle procedure, nell’ottica della maggiore efficienza della supply chain;
  • un focus obiettivo e completo sui consumi energetici dei diversi modi di trasporto merci (ivi compreso il cargo aereo), in funzione della riduzione delle emissioni inquinanti e, conseguentemente, di una maggiore sostenibilità ambientale dell’intero comparto, da raggiungere nei tempi previsti dalle autorità comunitarie;
  • la valutazione dell’impatto e dell’efficacia degli incentivi attivati in Italia a favore delle diverse forme di co-modalità e multimodalità (ferrobonus e marebonus);
  • la spinta verso una effettiva integrazione del sistema di trasporto multimodale, fondata sulla collaborazione fra i diversi attori coinvolti, siano essi istituzioni pubbliche o operatori economici privati;
  • l’esame delle politiche volte a promuovere la multimodalità e le soluzioni di trasporto a basso impatto ambientale, con spunti di riflessione sulle possibili iniziative da adottare a livello politico, sia di regolazione sia incentivanti, magari anche cogliendo le opportunità offerte dal PNRR, e comunque nella consapevolezza del cammino non breve da percorrere per ottenere un reale riequilibrio fra modi di trasporto. 

C’è, quindi, da augurarsi che il lavoro del Freight Leaders Council trovi opportuno ascolto da parte degli organi competenti del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, in quanto sede istituzionale deputata a favorire le operazioni logistiche multimodali.

Clara Ricozzi
Clara Ricozzi
ex direttore di dipartimento c/o ministero Trasporti
Scrivete a Clara Ricozzi: ministerieco@uominietrasporti.it

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