Tra le patologie segnalateci dagli autotrasportatori attraverso le nostre pagine social c’è la gonartrosi, una specifica tipologia di artrosi che interessa il ginocchio. Le artrosi rientrano all’interno di quelle che l’OMS definisce come malattie correlate al lavoro. Mentre nelle malattie professionali è riscontrabile una relazione diretta tra la malattia e il lavoro svolto, le malattie correlate al lavoro possono avere più cause (tecnicamente indicate come “eziopatogenesi multifattoriale”) e possono essere riscontrate anche in persone che svolgono lavori differenti ma caratterizzati da movimenti ripetitivi, con ripetute sollecitazioni, posture errate o movimentazione di carichi pesanti.
In generale, le artrosi sono delle malattie degenerative dovute all’usura o all’invecchiamento delle articolazioni. Le articolazioni più interessate sono le anche, la colonna vertebrale, le ginocchia; più raramente interessano le dita delle mani e dei piedi. Più nello specifico, le artrosi sono causate dal progressivo deterioramento della cartilagine, un tessuto elastico che ricopre le superfici ossee delle articolazioni e che riduce l’attrito tra un osso e l’altro. Perdendo elasticità, la cartilagine diviene più rigida e facilmente danneggiabile. Una volta danneggiata, le ossa cominciano a sfregarsi tra di loro con conseguente dolore, rigidità, limitazione nei movimenti e gonfiore. Diversi i fattori di rischio: alcune tipologie di lavoro, il sovrappeso e l’obesità, fratture o lesioni, alcune malattie circolatorie, precedenti fratture o lesioni, la familiarità.
La gonartrosi è un tipo di artrosi che riguarda l’articolazione del ginocchio
È una patologia cronica che causa dolore e difficoltà nei movimenti. È causata dalla degenerazione delle cartilagini del ginocchio che comportano un costante sfregamento del femore e della tibia, con una conseguente infiammazione. Può interessare un solo ginocchio (monolaterale) oppure entrambe (bilaterale). Solitamente è correlata all’aumento dell’età, ma può insorgere anche in persone che svolgono lavori con ripetute sollecitazioni a carico del ginocchio (come gli autotrasportatori o i mulettisti).
Il sintomo principale è il dolore – a una o entrambe le ginocchia – che si manifesta quando il ginocchio è in movimento: inizialmente occorre un’attività che sforzi l’articolazione per un periodo prolungato di tempo; quando il quadro patologico peggiora, anche un movimento semplice (come, per esempio scendere dal posto di guida o alzarsi dal sedile) può scatenare il dolore. Solitamente si riduce quando l’articolazione è a riposo. Altri sintomi sono: la rigidità dell’articolazione con una conseguente limitazione del movimento che si manifestano dopo lunghi periodi di immobilità (accade per esempio dopo un lungo viaggio), arrossamento e senso di calore, gonfiore, percezione di “scricchiolii” del ginocchio, difficoltà nella deambulazione.
Il primo passo è, come sempre, rivolgersi al proprio medico curante e farsi prescrivere una visita specialistica da un ortopedico esperto nelle malattie del ginocchio. Durante la visita, oltre all’anamnesi, è possibile che vengano prescritti anche degli esami specifici (come raggi x, o risonanza magnetica).
Se diagnosticata precocemente è possibile intervenire attraverso delle terapie mirate (fisioterapia, farmaci specifici, utilizzo di un tutore e infiltrazioni). Quando è già in fase avanzata, la soluzione è l’intervento chirurgico.
Come prevenirla?
Se avete cominciato a manifestare dei dolori articolari è fondamentale, come già detto, che vi rivolgiate al vostro medico curante per cominciare così l’iter di cura più adatto a voi. Tuttavia, c’è qualche semplice azione che potete affiancare per prevenire un’infiammazione eccessiva; come per esempio:
- prestare attenzione all’attività fisica che si pratica: ci sono sport e attività che vanno evitati, in quanto sollecitano eccessivamente le articolazioni. Due tra tutti sono il calcetto e la corsa.
Quelli, invece, che preservano e mantengono le articolazioni in buono stato sono la bicicletta, il nuoto, la camminata e, anche, alcune attività fatte in palestra con l’ausilio dei macchinari; - ridurre la sedentarietà: la sedentarietà influisce sull’irrigidimento delle articolazioni, aumentandone il dolore durante il movimento. Mantenere una buona forza muscolare quindi è importante;
- controllare il peso corporeo: il peso corporeo va costantemente tenuto controllato. Sovrappeso e obesità appesantiscono e sovraccaricano le articolazioni, aumentando le problematiche legate alle artrosi;
- curare l’alimentazione: l’alimentazione deve essere ricca di vitamine A, C, K, B12 e di Omega3, in modo da nutrire adeguatamente le articolazioni. Da evitare invece l’alcol, l’eccessivo consumo di caffè, di sale e di carni rosse;
- mantenere una corretta postura alla guida: prestare attenzione alla postura assunta permette di non affaticare la schiena e gli arti inferiori, andando così a prevenire numerose patologie, tra cui le artrosi. Durante la guida, per esempio, è consigliabile prestare massima attenzione alla posizione del sedile in modo da consentire alle ginocchia di mantenersi il più possibile in posizione distesa senza rischi di sovraccarico ed evitando eccessivi movimenti delle caviglie. In merito a braccia e mani, queste devono assumere una posizione comoda, il volante deve essere regolato in modo da conservare il libero movimento delle gambe azionando i pedali. Va da sé che l’uso del cambio automatico è utile a limitare lo stress muscolare e articolare della gamba interessata. Frequenti frenate e cambi di marcia si traducono in un lavoro muscolare e articolare che può portare a conseguenze sul ginocchio;
- mantenere una corretta postura svolgendo le attività di carico e scarico: distribuire il peso da sollevare su entrambe le braccia, piegare le ginocchia sollevando i carichi evitando movimenti bruschi della schiena.
Curiosità:
La cartilagine ha come caratteristica principale non solo quella di perdere elasticità con l’aumentare dell’età, ma anche quella di autoripararsi e rinnovarsi costantemente.
Il risultato? Con il passare del tempo possiamo notare una crescita progressiva del naso e delle orecchie (queste ultime fino a 0.22 cm l’anno!).
È questo ciò che è emerso da una ricerca condotta dall’Università di Milano. Le cartilagini, infatti, crescerebbero in maniera costante fino ai 60 anni, dopo di che subirebbero un’importante accelerata, responsabile dell’aumento di dimensione di naso e orecchie.