Il Covid-19 ce lo ha ribadito, ma la cosa era già ampiamente conosciuta: lavarsi bene le mani è una regola tanto semplice quanto efficace per proteggere la salute propria e altrui. Non si tratta solo di un gesto di igiene, ma di uno strumento importante per prevenire la diffusione delle infezioni e dell’antibiotico-resistenza. Ma quando è assolutamente necessario lavarsi le mani? Quando sono visibilmente sporche e non solo… Sempre e in ogni caso dopo aver usato il bagno; dopo aver soffiato il naso o starnutito; prima e dopo aver mangiato; dopo aver maneggiato rifiuti; dopo aver fatto visita o essersi presi cura di persone malate; dopo aver giocato con gli animali o averne toccato giocattoli; ogni volta che si è trascorso del tempo all’aperto o in ambiente ospedaliero; dopo aver usato la tastiera di un bancomat; dopo le operazioni di carico e scarico; prima e dopo aver manipolato alimenti, in particolare, dopo aver toccato carne cruda, pollame o pesce. Per essere efficace comunque il lavaggio delle mani deve rispettare un “protocollo”: bagnare le mani sotto acqua corrente caldo/tiepida; aggiungere sapone preferibilmente liquido e sfregarle tra loro fino a creare schiuma, strofinando dolcemente gli spazi tra le dita e sotto le unghie (qui i germi si annidano più facilmente) per almeno 30 secondi (gli esperti consigliano di cantare per due volte “Happy Birthday” per avere certezza del tempo necessario); sciacquare le mani con acqua corrente e asciugarle con getti d’aria o con un panno asciutto e pulito – l’ideale sarebbe un asciugamano di carta monouso con il quale chiudere anche il rubinetto. Quindi evitare di toccare maniglie con le mani appena lavate, utilizzando anche in questo caso salviettine di carta. Per prevenire eventuali irritazioni dovute a prodotti troppo aggressivi o a lavaggi troppo energici e frequenti, è sufficiente una crema o una lozione idratante. E se acqua e sapone non sono disponibili, si può ricorrere ai cosiddetti “hand sanitizers”, soluzioni idro-alcoliche che contengano almeno il 60% di alcol per disinfettare le mani a secco. Insieme al sapone sono utili compagni di viaggio da tenere sempre in cabina.
Un accorgimento: lavarsi spesso le mani comporta una maggiore secchezza della pelle che, se non adeguatamente idrata, può causare delle piccole lacerazioni. Nulla di grave, ma bisogna prestarci attenzione, in quanto i virus e i batteri possono penetrare anche dalle fessurazioni della pelle e causare infezioni. Come fare, dunque, a lavarsi le mani mantenendole idratate? Un primo suggerimento consiste nel prediligere l’acqua tiepida a quella calda. Carlo Pincelli, docente di Dermatologia e direttore del Laboratorio di Biologia Cutanea all’Università di Modena e Reggio Emilia, spiega che «l’acqua troppo calda secca la pelle e aggrava la secchezza, aumentando il livello di sensibilità e rimuovendo lo strato di grassi che protegge la cute. Al contrario, l’acqua fredda ha un effetto molto meno essiccante e ha il vantaggio di stringere i vasi». Un secondo suggerimento è quello di utilizzare dei saponi che non contengano sostanze che danneggiano la “barriera esterna” (in gergo tecnico film idrolipidico) che protegge la nostra pelle. È meglio, quindi, optare saponi liquidi privi di tensioattivi e a base di burro di karitè e altre sostanze idratanti.
Infine, è importante utilizzare delle creme idratanti ricche di ceramidi, acidi grassi e colesterolo, applicandole più volte al giorno alle mani e lasciandole fare effetto per qualche minuto, così che proteggano e riparino la barriera cutanea. Rispettando dunque la corretta tecnica di lavaggio, questo gesto quotidiano tanto semplice può davvero aiutare a evitare la diffusione delle malattie infettive.
Buon viaggio!