«Vorrei passare la mia azienda a uno dei miei figli senza rischiare 'liti familiari' o pesi fiscali insostenibili: esiste uno strumento che mi aiuti a farlo in modo ordinato e sicuro?»
Giacomo M_L'Aquila
Napoleon Hill, scrittore e saggista americano, diceva che il successo di molti imprenditori è dovuto alla capacità di scegliere i collaboratori più adatti e qualificati. Ma come può l’imprenditore scegliere collaboratori per pianificare il passaggio generazionale e garantire la continuità aziendale?
Uno strumento che può essere utilizzato è il patto di famiglia.
Il patto di famiglia, in pratica, è un accordo:
- con il quale il titolare dell’impresa gestisce il passaggio generazionale della propria azienda;
- ha per oggetto il trasferimento dell’azienda o delle partecipazioni sociali;
- permette di anticipare il passaggio ereditario dell’azienda.
Il patto di famiglia ha quindi un duplice obiettivo: prevenire liti ereditarie e, quindi, la disgregazione dell’azienda; assegnare l’azienda al familiare che si è dimostrato più interessato o più idoneo alla gestione dell’impresa.
Come è possibile stipulare il patto di famiglia?
Il patto di famiglia deve essere costituito per atto pubblico, pertanto con l’intervento di un notaio. In atto devono partecipare l’imprenditore che è proprietario dell’azienda e colui che tra gli eredi è individuato come successore nell’impresa. Devono partecipare, altresì, il coniuge e tutti coloro che hanno diritti successori.
Ma se l’azienda, oppure le quote societarie, vengono assegnate a un familiare, cosa spetta agli altri familiari che avrebbero diritto sull’asse ereditario? In questo caso gli assegnatari dell’azienda sono tenuti a pagare una somma agli altri non assegnatari, sulla base del valore che hanno ricevuto. È, comunque, prevista la possibilità di rinunciare alla quota di legittima.
Quali sono le tasse da pagare?
Il trasferimento dell’azienda o delle partecipazioni societarie non sono soggetti all’imposta sulle successioni e donazioni. Per favorire sempre di più il passaggio generazionale ed evitare la dispersione del tessuto imprenditoriale italiano (solo il 12% delle aziende familiari arriva alla terza generazione), dal 2025 c’è un’importante agevolazione anche in tema di donazione. Una grande opportunità per chi vuole trasferire la propria azienda o le quote societarie ai familiari senza subire un peso fiscale eccessivo.
È stata confermata, infatti, l’esenzione dall’imposta di donazione e successione per chi cede aziende, rami d’azienda o partecipazioni sociali a coniugi e discendenti. Questo significa meno tasse e più risorse per garantire la stabilità dell’impresa nel passaggio generazionale. Un grande vantaggio per chi vuole pianificare il futuro della propria attività senza che il carico fiscale ne comprometta la solidità.
Ma attenzione! L’agevolazione riguarda solo le partecipazioni che permettono di acquisire o rafforzare il controllo dell’azienda. L’unico requisito è mantenere il controllo (quindi almeno il 50% del capitale sociale) o proseguire l’attività per almeno cinque anni. Questa agevolazione vale anche nel caso di società di persone, per le quali non è necessario che il beneficiario prosegua direttamente l’attività imprenditoriale. Una misura che premia chi guarda avanti e vuole assicurare la continuità della propria azienda, proteggendo il valore costruito nel tempo!