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Riscaldamento in abitacolo: 130 anni fa la storica invenzione di Margaret Wilcox

Nel 1893 l’ingegnera americana brevettò un sistema per riscaldare i vagoni ferroviari, apportando un comfort che oggi è diventato un elemento essenziale e ormai scontato all’interno degli abitacoli dei mezzi di trasporto. Eppure, all’epoca l’idea fu etichettata come «inutile e senza senso» dai colleghi uomini. Almeno fino al 1929, quando Henry Ford riprese l’idea della Wilcox e l’applicò su larga scala alle proprie vetture. Laura Broglio ne ricorda l’invenzione in un nuovo episodio della «Truckani»

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Arriva il grande freddo ed è il momento di accendere il riscaldamento all’interno dei nostri veicoli. Un gesto automatico, che oggi diamo per scontato, dietro cui si nasconde però una storia tutt’altro che banale. Dietro questa fortunata invenzione c’è una donna: Margaret Wilcox, che nel 1893 depositò il primo brevetto della storia di un sistema di riscaldamento per abitacolo.

Wilcox era un’ingegnera americana specializzata nella progettazione di macchinari. Fu tra le prime donne ad approdare in questo settore, che all’epoca era esclusivamente maschile (e maschilista). Tant’è che la sua invenzione del riscaldamento fu snobbata dai colleghi uomini, che la etichettarono – per quanto possa oggi sembrare assurdo – come «idea inutile e senza senso». Ad ogni modo, prima del 1893 Wilcox aveva già sviluppato alcuni progetti, alcuni peraltro curiosi, come ad esempio una macchina che era in grado allo stesso tempo di lavare sia i piatti che i vestiti. Una sorta di lavastoviglie-lavatrice. Oppure una stufa combinata per la cottura dei cibi e per il riscaldamento dell’acqua calda, progettata per risparmiare il combustibile attraverso un forno che immagazzinava e utilizzava il calore non sfruttato della stufa. Queste sperimentazioni, tuttavia, non ebbero successo.

La svolta arrivò nel novembre del 1893, quando fece domanda per un brevetto per la sua idea di riscaldamento per vagoni ferroviari. Durante i suoi spostamenti in treno, infatti, si era resa conto dei disagi provocati dal freddo durante la stagione invernale. Così realizzò un sistema che, attraverso un canale d’aria, convogliasse il calore prodotto dai motori all’interno dell’abitacolo, permettendo così a conducenti e passeggeri di viaggiare in un clima confortevole. L’idea, però, aveva un solo limite. La temperatura dell’aria calda non poteva essere regolata a proprio piacimento. Pertanto quanto più era lungo il viaggio, tanto più entrava aria calda nell’abitacolo senza possibilità di controllarla.

Ma la portata dell’invenzione era comunque rivoluzionaria, tant’è che fu ripresa e migliorata successivamente da Henry Ford, che nel 1929 applicò il modello ad aria calda della Wilcox sulle sue vetture, consentendo all’abitacolo di ottenere clima gradevole, ma soprattutto a temperatura costante. Fu allora che l’invenzione di Wilcox decollò davvero. Nel 1930, anche la General Motors iniziò a utilizzare questo sistema sulle proprie auto, mentre nel 1953 la Chrysler ampliò ulteriormente i sistemi di ventilazione esistenti introducendo l’ACC (sistema di climatizzazione automatico).

Da lì in avanti il riscaldamento e l’aria condizionata sono diventati elementi essenziali in tutti i mezzi di trasporto. L’invenzione della Wilcox, tra l’altro, oltre a rendere più confortevole il viaggio per conducenti e passeggeri, ha posto anche le basi per lo sviluppo dei sistemi di controllo della temperatura nel trasporto di merci deperibili e, più in generale, nelle catene di approvvigionamento globale. Quando di dice: il genio è donna!

Laura Broglio ne ha ricordato l’invenzione in un nuovo episodio della nostra rubrica «Truckani», il dizionario semiserio sull’autotrasporto.

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La redazione di Uomini e Trasporti

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