Con un brillante Transpotec alle spalle e sull’onda di un anno ricco di aspettative, malgrado i venti di guerra e una pandemia non ancora sconfitta, facciamo il punto sulle immatricolazioni di semirimorchi venduti nel 2021, mettendo in luce che il segno prevalente è il «+» e che pochi allestitori segnano il passo. Anche se alla fine tutto questo oggi appare un’illusione, durata fino a primavera. A quel punto è iniziata una nuova crisi, che il Transpotec ha lasciato fuori dalla porta. Nonostante il conflitto in corso fra Russia e Ucraina, in effetti, il salone ha indicato buone potenzialità, un’euforia simile a quella che ha accompagnato la crescita del mercato nazionale dei trailer, orientata soprattutto sugli allestitori italiani più che sugli stranieri, con crescita di fatturati e di manodopera.
Però il comparto messo in mostra a Milano ha rappresentato solo un’economia di facciata, drogata dal desiderio di rivedersi di persona, di stringere mani, di sorridere senza mascherine. Drogata anche dalle vendite espresse dai dati delle immatricolazioni del 2021. La realtà attuale è ben diversa e una conferenza stampa dell’Anfia Sezione rimorchi, organizzata il secondo giorno di fiera, lo ha messo bene in evidenza.
L’anno passato è stato di crescita al pari dell’inizio dell’attuale. «Almeno fino ad aprile. Poi – sostengono praticamente all’unisono Andrea Bertoja, presidente Sezione rimorchi Anfia e AD Rimorchi Bertoja, e Massimo Menci, direttore generale Menci&C – i nostri portafogli ordini hanno cominciato a vacillare. La guerra, dopo il Covid, ha creato una tempesta perfetta e i clienti non si stanno impegnando più nelle commesse». «Inoltre – aggiunge Bertoja – i costi di produzione sono diventati insostenibili e si devono “ritoccare” contratti già firmati. In pratica, le materie prime già carenti, a partire da quelle elettroniche, hanno subito aumenti esagerati che non ci permettono di determinare in anticipo i prezzi finali dei nostri semirimorchi». Che in tal modo aumentano almeno del 15%. «In aggiunta – specifica Matteo Pezzaioli, AD Carrozzeria Pezzaioli – la manodopera scarseggia sempre di più e non riusciamo a trattenerla con stipendi adeguati all’aumento del costo della vita». «Punto nodale –incalza Bertoja – è anche la carenza di scuole professionali che invoglino i giovani a intraprendere lavori specializzati di carpenteria e saldatura».
Insomma, il 2022 rischia di trascinare a fondo molte aziende, «di fare una scrematura», per usare l’espressione di Arnaldo Ghilardi, direttore degli stabilimenti Pezzaioli, «fra chi sopravviverà e chi soccomberà alla crisi». In pratica, difficilmente da maggio 2022 in poi si riuscirà a immatricolare oltre 10.000 semirimorchi (vedi box 1) per superare i dati dell’anno passato e in modo particolare sempre difficilmente gli allestitori nazionali (vedi box 2) riusciranno a superare il gap con quelli stranieri già superiore a 1.000 unità nei primi 4 mesi del 2022.
I DATI DELL’ANNO PASSATO
Per il secondo anno consecutivo un italiano è sul podio più alto. Gli allestitori tedeschi, nella fattispecie Schmitz, scendono dal podio più alto e in testa si conferma un costruttore italiano, il gruppo toscano Menci. Dati alla mano: Menci è primo con 1.781 immatricolazioni nel 2021 (1.599 l’anno prima). Schmitz secondo con 1.731 (erano 1.565 nel 2020) e Krone terzo con 1.534 (1.255 nel 2020). Kögel per una manciata di trailer è 4° con 1.521 mezzi.
Sommando i vari marchi che ha inglobato, Menci puntava già nel 2019 a scalare la testa della troika tedesca. Parliamo in particolare del piemontese Acerbi, acquisito da pochi anni, e del veneto Zorzi: con questi apporti il costruttore toscano saliva già allora a un totale di 1.686 semirimorchi, a un passo dal secondo piazzato (Krone) con un centinaio abbondante di unità di scarto. Da qui ad arrivare in testa il passo è stato abbastanza breve.
NUMERI E PERCENTUALI
In testa, quindi, Menci con una crescita del 11,4%, a seguire Schmitz con un +10,6% e terzo Krone lievitato di un rotondo 46,8%. Fuori dal podio per il secondo anno consecutivo il big Kögel con 1.521 vendite ma comunque in crescita del 21,2%.
Al di sotto della quarta posizione, i numeri dell’immatricolato crollano velocemente a cifre sotto le mille unità per arrivare al di sotto delle 90 immatricolazioni per la maggioranza delle aziende presenti sul mercato. Tecnokar, secondo fra gli allestitori tricolore con 1.018 mezzi, nella classifica totale mantiene il 5° posto, mentre al 6° sale Lecitrailer con 968 trailer e una crescita del 156,8%, al 7° risale di un posto il piemontese (con capitali polacchi) Viberti con 889 semirimorchi, in crescita quasi dell’80%; 8° lo specialista francese degli isotermici Lamberet con 637 immatricolazioni e una crescita del 71,2%. A seguire, 9° la Omar con 348 vendite e una crescita del 17,6% e 10° l’austriaco Schwarzmüller con 326 mezzi pari a un +65,5%.
Da mettere in evidenza la crescita di TMT (197 pezzi nel 2021 a fronte di 157 nel 2020), di Bertoja a 187 rimorchi (erano 152 nel 2020) e di De Angelis con 151 vendite in risalita dalle 137 del 2020. Si ridimensiona invece Kaessbohrer che passa dai 246 mezzi del 2020 ai 166 del 2021.