Veicoli - logistica - professione

HomeVeicoliMondo pesanteIl piacere della comodità. Un Ford Trucks F-Max 500 presso la Serena Trasporti | TEST IN AZIENDA

Il piacere della comodità. Un Ford Trucks F-Max 500 presso la Serena Trasporti | TEST IN AZIENDA

Sarà perché sono tempi difficili e irti di complicazioni. O magari sarà perché la professione legata al trasporto è ad alto tasso di sacrificio, ma mai in una prova organizzata con un’azienda l’aggettivo più utilizzato per descriverlo è stato «confortevole». Certo, l’ammiraglia della casa americana dispone anche di altre frecce al suo arco, prima tra tutti i contenuti costi di gestione. Ma il piacere dello spazio e l’opportunità di poterlo sfruttare qui sembrano essere un valore aggiunto

-

Ci sono test e test. In medicina – come l’emergenza sanitaria ci ha (purtroppo) insegnato – come sulla strada. Rispetto a questi secondi, per esempio, è possibile affidarsi a veicoli preparati da una casa costruttrice o a quelli utilizzati giorno dopo giorno da un’azienda per farli diventare dei generatori di fatturato. Quando abbiamo deciso di testare un Ford F-Max non abbiamo avuto dubbi: siccome si tratta di un veicolo arrivato da poco in Italia e quindi poco conosciuto e poco diffuso nelle aziende, riuscire a trovarne una che ti racconta realmente come funziona diventa tanto più interessante.
Così, dopo accurata ricerca abbiamo trovato, con l’aiuto di F-Trucks Italia, filiale nazionale di Ford Trucks, e della concessionaria Domenico Truck, un modello che ci ha doppiamente convinto. Perché non soltanto era in forza a un’azienda di autotrasporto, ma aveva alle spalle la bellezza di 170.000 km. Insomma, non un camion con qualche centinaio di chilometri all’attivo e che quindi va per forza bene, ma uno che ha percorso i chilometri che un camion normalmente riesce a fare in un anno e mezzo. E quindi anche i giudizi diventano più ponderati.

Il motore Ford Ecotorq da 13 litri esprime una grande elasticità, forte dei suoi 500 CV e di una coppia di 2500 Nm erogata sin dai 1400 giri/min. La “pulizia” costruttiva con scarico a sinistra e alimentazione a destra, facilita gli interventi di manutenzione. Ad oggi il camion della Serena Trasporti ha percorso 170.000 km in poco più di 15 mesi e l’unica volta che ha visto l’officina è stata per il tagliando dei 150.000 km. Un altro aspetto che consente di minimizzare i costi di manutenzione del veicolo.

Il suo proprietario si chiama Mario Adiletta, è contitolare, assieme al fratello Enrico, di due ditte di autotrasporto, entrambe con sede a Sarno (Salerno), la Serena e la Maen, e soprattutto è disponibile a metterci a disposizione il veicolo per un’intera giornata. Con questa modalità: inizialmente faremo un giro ascoltando i suoi pareri direttamente mentre è alla guida, per poi andare a sentire quelli dell’autista che nel quotidiano lo tiene per il volante. In mezzo riusciremo pure, in una sosta autostradale, a raccogliere i pareri volanti di autisti in transito. Più di così.

Conosciamolo meglio

L’F-Max con cui facciamo la conoscenza veste un caldo color bordeaux ed è al servizio della scuderia Serena. Non rimaniamo molto a guardarlo: scattate un paio di foto la nostra guida ci richiama subito in cabina. Dettaglio olfattivo: non appena conquisto l’interno, subito percepisco, a dispetto dei tanti chilometri, un intenso odore di nuovo. In parte è merito evidentemente della qualità dei materiali con cui i rivestimenti della cabina sono realizzati. Ma in parte è merito anche delle plastiche protettive anti-Covid che ricoprono sedili e parte degli interni. Dall’olfatto, poi passiamo alla vista. Ad attirarla per prima cosa è l’elegante plancia bicolore che avvolge il posto guida, rendendo agevole la relazione tra autista e tutti i comandi. La strumentazione, per la maggior parte digitale, è molto facilmente leggibile e soprattutto intuibile. Poi, rivolgo lo sguardo verso l’alto: l’interno della cabina Mega Space mi lascia quasi mezzo metro sopra alla testa (complessivamente misura 2.160 mm) e quindi infonde una piacevole sensazione di spazio. Ma non è solo sensazione e la presenza di vari gavoni e vani portaoggetti la rende anche concreta. Infine, gettando lo sguardo a terra, vedo il pavimento praticamente piatto (il tunnel non arriva a 9 cm), sul quale gli spostamenti sono facili e agevoli.

Un appassionato dell’ovale blu

Mario Adiletta, classe ’56, ha più di 30 anni di esperienza alla guida di camion. Anche se ora, da imprenditore, non sono molte le giornate in cui si mette al volante. Ogni volta che può, tuttavia, ha piacere a farlo con l’F-Max, anche perché ha interesse a conoscerlo meglio. Il perché lo si capisce bene dalle sue parole: «Sono sempre stato un appassionato del marchio Ford, pur non avendone mai posseduto uno. Ricordo i giganteschi Transcontinental che solcavano le strade europee tra la fine degli anni 70 e gli inizi degli 80: ne ero totalmente affascinato. In fondo rappresentavano un piccolo pezzo di quell’America che, complice pure il cinema, ha sempre fatto sognare i ragazzi della mia generazione».
I camion dei fratelli Adiletta, seppure non solcano le rettilinee highway americane, percorrono comunque, trainando centine, impegnati missioni di lungo raggio: «Trasportiamo pomodori pelati in barattolo dalla Campania alle grandi catene di distribuzione del Nord Italia. Al ritorno, invece, carichiamo componenti termoidrauliche da distribuire qui in Regione. Ragion per cui, viaggiando sempre a 44 tonnellate, abbiamo bisogno di mezzi potenti e affidabili. E quando, tramite internet, sono venuto a conoscenza del ritorno di Ford sul settore dei pesanti, mi sono incuriosito. Appena è arrivato in Italia, l’ho comprato».
È la frase perfetta sulla quale girare la chiave e partire.

Pronti, mascherina… via!

Mario, munito di mascherina, si siede al posto di guida. Una volta premuto il pulsante della messa in moto il propulsore Ford Ecotorq da 13 litri si avvia senza indugio: «Aspettiamo un attimo che tutti i liquidi vadano in pressione e poi partiamo – spiega Mario – Intanto regoliamo il climatizzatore perché rispetto a questa mattina ora fa un po’ caldo». In effetti a fine ottobre il clima è ancora ballerino e nel Sud Italia quando il sole esce allo scoperto picchia ancora forte.

All’interno dell’F-Max, preventivamente igienizzato dal personale specializzato del concessionario Domenico Truck, per tutta la durata del test drive abbiamo osservato le misure di sicurezza anti Covid. Quindi distanza di oltre un metro e mascherina. Anche Mario Adiletta alla guida indossava la sua.

Decidiamo di puntare verso l’autostrada. Quindi dalla sede della Domenico Truck (via del Cassano) ci dirigiamo in direzione della tangenziale affrontando il caotico traffico napoletano. Mario procede tra le stradine di periferia con la tranquillità di chi ha tanti anni di mestiere e di conoscenza del territorio. L’idea è quella di arrivare a Salerno facendo una breve sosta all’area di servizio di Baronissi. Per poi risalire fino a Sarno, presso la sede aziendale.
Da qui in poi Mario parla a ruota libera, ma il filo rosso che tiene insieme i suoi giudizi è uno: «comodità». La prima volta che usa questo sostantivo è quando nota i tanti dissesti sul terreno: «Senti – mi dice – il manto stradale non è dei migliori, ma il camion assorbe bene le buche. E questo rende la marcia molto confortevole. La cabina d’altra parte è montata su quattro soffioni, mentre le sospensioni sono a balestra sull’asse anteriore e pneumatiche sull’asse posteriore: è il tipo di assetto che preferisco perché garantisce un inserimento in curva preciso e, al tempo stesso, un buon comfort di marcia. E poi sempre grazie a questo assetto, la cabina, seppure molto alta, non si “corica”».
Al traino abbiamo un semirimorchio vuoto centinato a tre assi di costruzione spagnola, un LeciTrailer di ultima generazione: «Su concessione Ford Trucks – spiega il trasportatore salernitano – ho voluto personalizzare il telone di colore blu con il logo dell’International Truck of The Year 2019, vinto dall’F-Max, collocato al centro rimorchio in mezzo ai loghi delle nostre società, Serena e Maen». Nel frattempo, raggiunta la tangenziale di Napoli,l’F-Max si immette sulla corsia accelerando senza sforzo, grazie ai 500 CV del motore e a una coppia di 2.500 Nm che si esprime già dai 1.400 g/m: «Le marce entrano fluide con questo cambio automatizzato TraXon della ZF – evidenzia Mario con entusiasmo – È una doppia frizione molto rapida e precisa».

Lo ZF TraXon dell’F-Max ha 12 rapporti e include le funzioni Eco-Roll, Adaptive Cruise Control e Cruise Control predittivo basato su GPS, quello che Mario definisce «una speciale carta topografica che consente al camion di analizzare le caratteristiche del percorso (salite, discese, curve) e di impostare la velocità ottimale». Tutto cose che – aggiunge – aiutano «a contenere i consumo di carburante».
Dopo aver superato il traffico della tangenziale napoletana ci inoltriamo sull’autostrada a tre Caserta–Salerno. E qui Adiletta si concentra sulla sicurezza: «È un camion molto ricco di dispositivi di ultima generazione. Ecco, se mi sposto incautamente verso destra (cosa che effettivamente fa), senza mettere la freccia, parte subito un segnale sonoro che mi avvisa. C’è anche un fantastico sistema di ausilio alla frenata d’emergenza che però (sorride) non è il caso di provare in mezzo al traffico. Ma soprattutto sentite il sottofondo: si avverte unicamente il rombo smorzato del motore. Le plastiche non si muovono. Non si percepisce nemmeno un cigolio!».

L’area di sosta con gli autisti curiosi

Giungiamo così all’area di servizio di Baronissi, punto di ritrovo di molti camionisti in viaggio verso Sud. Ci fermiamo per una breve sosta ristoratrice. Nel frattempo, attorno all’F-Max si forma un capannello (distanziato) di curiosi. Indubbiamente, per strada, di F-Max non se ne vedono ancora molti per e il nostro, quindi, suscita parecchia curiosità: «Miiii, un Ford… Nuovo è? – esordisce un camionista pugliese di nome Santino – Bello. Consuma tanto? Ma è vero che costa poco?».
Poi, man mano, giungono altri colleghi. I commenti che raccolgo sono tanti, ma anche in questo caso tutti sono sintetizzabili in un’espressione: «Sembra molto comodo e spazioso». Qualcunoper verificarlo meglio chiede pure di salire a bordo. Mario in questo frangente tira fuori tutto l’orgoglio di chi tocca con mano la certezza di aver fatto un acquisto azzeccato. Più cioè raccoglie giudizi positivi, più viene confortato di aver scelto bene. Dopo dieci minuti in sosta, a forza di rispondere al fuoco di file di domande, assume l’atteggiamento di una sorta di promotore del marchio, in grado di dispensare consigli e soddisfare ogni curiosità.

Il compagno di viaggio dell’F-Max

Orazio Robustelli è l’autista che ogni giorno da una quindicina di mesi prende il volante del Ford F-Max per condurlo in missioni di lungo raggio. Anche per lui il comfort è il primo aspetto da enfatizzare.

Terminati i complimenti, le domande e le foto di rito, riprendiamo la nostra strada per Salerno. E da lì, tornando indietro, usciamo a Sarno per dirigerci verso la sede della Maen. Qui incontriamo Orazio Robustelli, l’autista che ogni giorno guida l’F-Max. I suoi giudizi, quindi, prendono in considerazione anche aspetti diversi del veicolo. Innanzi tutto, Orazio sostiene che si tratta di un camion con cui «si viaggia molto bene anche sulle lunghe tratte, perché riesce a garantire un comfort notevole, sia durante la marcia, sia in termini di vivibilità. Per esempio, trascorrendo fuori tutta la settimana e dormendo quindi in cabina, trovo il lettino largo e accogliente, così come ho verificato, sempre di notte, che pure il climatizzatore da parcheggio funziona molto bene, sia d’estate che d’inverno».
Ma nel complesso come sono trascorsi questi 170.000 km? «Molto lisci – risponde pronto l’autista – il camion è stato portato in officina soltanto per il tagliando dei 150.000 km», un indizio che lascia suppore un livello ridotto di costi di gestione. «L’unico difetto – aggiunge – è una certa rigidità dello sterzo in manovra. In compenso ciò che toglie in fatica, lo restituisce tramite la grande precisione in marcia».
Non si può chiudere un test in azienda senza avere un dato di consumo. «Non sono mai sceso sotto i 3,4 km al litro, viaggiando sempre a pieno carico – constata Orazio allargando le braccia – Per i miei parametri sono consumi mediamente bassi». I tuoi parametri, caro Orazio, non sono soltanto tuoi.

close-link