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Renault Trucks T480 High. La faccia sobria della Losanga

ll passaggio alla norma Euro 6d porta un’aria nuova nell’ammiraglia della casa francese. Un nuovo software infonde al motore un temperamento più reattivo, soprattutto a bassi regimi, e tende ad allungare i rapporti. E così i consumi scendono sul piano fino ai 4,7-4,8 km/l. Numeri interessanti per chi fa lunghe tratte autostradali o trasporti internazionali

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Un trattore per flotte con prestazioni elevate e abitacolo ben rifinito, senza dimenticare i consumi: è questo il profilo del Renault Trucks T480 High che abbiamo provato sul nostro percorso misto alla fine di settembre, durante la tregua estiva concessa dal coronavirus, che ci ha permesso di riprendere le prove su strada dei veicoli industriali. Rispetto alla versione precedente provata due anni fa, quella aggiornata al 2020 mostra alcuni miglioramenti nella catena cinematica, finalizzati a ridurre i consumi di carburante. L’adozione dello standard EuroVId ha spinto a un’ottimizzazione del motore, mentre il cambio automatizzato Optidriver usa il software di cambiata predittiva Optivision Map Based Fuel Eco che ha le mappe digitali nella memoria del camion invece che nel cloud, operando così in modo più rapido ed efficiente.

Il posto guida del Renault T High è reso ergonomico dalla penisola che disegna attorno all’autista. A incrementare il comfort provvedono i piccoli vani presenti sulla plancia e la possibilità di raggiungere agevolmente tutti i comandi. Degno di nota, il sedile, riscaldato, ventilato e dotato di supporti lombari e laterali regolabili. Buona anche la visibilità, sia frontale che posteriore.


L’aggiornamento della catena cinematica

La versione in prova monta il motore a sei cilindri in linea DTI13 da 12,8 litri, che offre una potenza massima di 353 kW (480 CV) nel regime tra 1.404 e 1.800 giri/minuto e coppia massima di 2400 Nm da 905 a 1404 giri/minuto. La zona verde inizia anche un po’ più in basso e scatta già a 900 giri. Si tratta della potenza intermedia delle tre offerte da Renault Trucks per questo motore nella configurazione stradale, tra 440 e 520 CV, ed è anche la più venduta in Italia. La catena cinematica si completa con il cambio automatizzato Optidriver con software Optivision Map Based Fuel Eco, in grado di prevedere le salite sulla base del tracciamento Gps e quindi di impostare la migliore strategia di cambio marcia per ogni situazione. E diciamo subito che la trasmissione appare l’autentico punto di forza di questo rinnovamento, quello maggiormente in grado di infondere al motore più carattere e reattività.
La trazione è attuata da un ponte posteriore a semplice riduzione con un rapporto 2:27, mentre il rallentamento è svolto dal freno motore Optibrake+ e dal rallentatore idraulico Voith da 450 kW-3250 Nm. La cabina della prova è quella definita «High» da Renault Trucks, ossia la più spaziosa, dotata di tutti gli accessori e della rifinitura Carbone Ultimate. Ha un’altezza utile interna di 2.053 mm e il pavimento piatto.

Il quadro strumenti presenta una grafica semplificata e mostra in un colpo d’occhio le principali informazioni di viaggio (compresi, nel dettaglio, i consumi) e i diversi sistemi inseriti.


Un inizio con la… coda

Il punto di partenza della prova è come sempre la stazione di servizio di Assago, che sorge lungo la Tangenziale Ovest di Milano da cui puntiamo verso occidente, per raggiungere la barriera di Melegnano dell’autostrada A1. Incontriamo subito quello che sarà l’unico serio inconveniente della giornata: un rallentamento con code a tratti dallo svincolo per la Val Tidone a quello per la Tangenziale Est. È una delle conseguenze dell’aumento del traffico che si rileva nell’area milanese dalla ripresa delle attività dopo le vacanze estive, causato dal maggior numero di persone che usa l’automobile per timore di contrarre il contagio della Covid-19 sui mezzi pubblici. Affrontiamo così circa undici chilometri d’incolonnamento, che fanno crollare la velocità media della prima tappa a 38 km/h. Ne approfittiamo per verificare i consumi del Renault T480 in una situazione così critica e non tanto insolita sulle strade e autostrade italiane, anche per verificare quante conseguenze crea non soltanto in termini di tempo, ma anche rispetto alla spesa del carburante. Prova ne sia che, se l’intera tratta di tangenziale tra Assago e Melegnano è lunga 17 km ed è stata percorsa bruciando 5,9 litri di gasolio, con una media di 2,9 km/litro, negli 11 km di code a tratti il consumo è stato di 4,4 litri, vale a dire di 2,3 km/litro.

In pianura consumi eccellenti

Per fortuna, dopo la barriera autostradale di Melegnano torniamo alla normalità, con traffico scorrevole sino allo svincolo con l’autostrada A15 per La Spezia. Qui la scelta è di impostare il cruise control a 84 km/h, una velocità che richiede al motore un numero di giri contenuto (tra i 1.000 e i 1.100 giri al minuto). Ed ecco perché con questa andatura costante e questo regime i consumi si sbriciolano rispetto al precedente rilevamento, toccando un ragguardevole 4,8 km/litro. Nulla è per caso. Prova ne sia che nel tragitto inverso, affrontato di ritorno dalla prova di montagna, con un traffico più intenso, ma comunque senza code, la velocità media scende a 82 km/h e il consumo a 4,7 km/litro. Sono valori di consumo molto buoni, a maggior ragione se si considera che l’autoarticolato viaggia con una massa complessiva di 44 tonnellate. D’altro canto, bisogna pure tener presente che il semirimorchio agganciato al nostro trattore è ottimizzato dal punto di vista aerodinamico (per esempio è completamente carenato, con una totale copertura delle ruote), caratteristiche che sicuramente fanno guadagnare qualche metro in più nel valore del consumo medio e che incide soprattutto nelle lunghe percorrenze pianeggianti a velocità medi
Se consideriamo il prezzo del gasolio stimato dal ministero dei Trasporti per i costi d’esercizio a settembre (al netto dell’Iva e del rimborso accise) di 0,827 euro al litro, questo percorso autostradale costa di carburante 0,17 euro/km.

Lo spazio a disposizione dell’autista è decisamente ampio. Sopra alla console si aprono cinque vani di varie dimensioni, di cui uno dotato di chiusura con chiave. Sul tetto della cabina compare il condizionatore autonomo

La discesa che compensa la salita

Le caratteristiche del semirimorchio hanno invece un’incidenza minore nel resto della prova, ossia nella salita dell’A15 da Parma a Berceto e nelle strade provinciali da Melegnano a Milano. L’arrampicata della Cisa è divisa in due parti. La prima, che possiamo definire di avvicinamento, va dallo svincolo con l’A1 a quello di Borgotaro e mostra una salita relativamente dolce, con curve nel tratto superiore. Anche qui il traffico è scorrevole e il Renault T480 procede senza rallentamenti a una velocità media di 82 km/h, con un consumo medio di 2,6 km/litro e un costo chilometrico di gasolio di 0,32 euro. Dopo Borgotaro l’autostrada s’impenna nei nove chilometri che portano a Berceto e questo tratto l’autoarticolato deve rallentare a causa dei limiti di velocità, che fanno scendere la media a 67 km/h e fanno salire invece il consumo a 1 km/litro (al costo di 0,80 euro/km). Tutto gasolio che viene però recuperato nella discesa: negli stessi 9 chilometri verso Parma, il Renault T480 consuma solo 0,30 litri alla velocità media di 61 km/h (minore della salita a causa del traffico). Nella discesa successiva tra Borgotaro e l’A1, la velocità media sale a 85 km/h, con un consumo di 9,3 km per litro (al costo di 0,09 centesimi al chilometro). Il risultato sarebbe potuto essere ancora migliore, ma in questo tratto incontriamo una leggera pioggia e il restringimento a una corsia per circa un chilometro.

La cuccetta superiore, a cui si accede con apposita scaletta, può essere anche convertita in un ulteriore spazio per riporre oggetti o effetti personali.

Lungo provinciali trafficate

Dopo l’autostrada di pianura e quella di montagna, la terza prova che il Renault T480 High deve affrontare è quella della strada provinciale, ossia quella che collega prima la barriera di Melegnano con Binasco e poi quella tra Binasco e la Tangenziale Ovest di Milano. Nel primo segmento di 18 km troviamo, come spesso accade, un traffico intenso in entrambe le direzioni, che causa una breve coda alla prima rotonda e un rallentamento nelle due successive. Una situazione che porta la velocità media a 47 km/h, il consumo a 3 km/litro esatti e il costo a 0,28 euro/km. Il secondo segmento, tra Binasco e la Tangenziale Ovest, è più breve (circa 8 km). Il traffico cresce progressivamente verso la metropoli e a Moriago ci fermiamo per un semaforo rosso. Questi elementi abbassano leggermente la velocità media (46 km/h), anche se migliora il consumo (3,2 km con un litro, al costo di 0,26 euro/km). Percorriamo gli ultimi tre chilometri di Tangenziale Ovest fino alla stazione di servizio di Assago in un traffico molto intenso, alla velocità media di 40 km/h e con un consumo di 2,1 km/litro.


I conti finali

Il nostro giro alla fine è stato lungo 340 chilometri. Il Renault T480 li ha percorsi alla velocità media di 73 km/h, consumando mediamente 3,9 km/litro (al costo medio di 0,2 euro/km). Se però consideriamo esclusivamente la percorrenza autostradale (A1 e A15), il consumo scende a 4,2 km/litro. E potrebbe essere ancora migliore nel caso di chi, contrariamente alla nostra prova, non percorre strade in salita, vale a dire il tratto in cui il veicolo sembra aver mostrato le maggiori difficoltà. In ogni caso i dati di consumo non possono lasciare indifferente le flotte impegnate nel lungo raggio, nella distribuzione nazionale o nel trasporto internazionale, in quanto riescono a mettere d’accordo le ragioni dell’autista con quelle aziendali, fornendo al primo un piacevole comfort in cabina e alle seconde dei costi di esercizio estremamente interessanti.

Redazione
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La redazione di Uomini e Trasporti

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