Resilienza. Sembra essere questa la parola che ha caratterizzato la risposta della logistica del farmaco durante l’emergenza per il Covid-19. Dopo una leggera impennata dei volumi che ha caratterizzato il periodo iniziale, la domanda ha subìto un calo dovuto all’accumulo delle scorte nei magazzini, anche se l’approvvigionamento di farmacie e ospedali non ha mai visto blackout o interruzioni. Sono diverse le strategie messe in campo dalla filiera: si va dalle consegne notturne alla separazione fisica nei magazzini per assicurare il distanziamento tra gli addetti. «Si tratta di iniziative – spiega Daniele Marazzi, Consigliere delegato del Consorzio Dafne – che hanno assicurato l’operatività della supply chain del farmaco in ogni momento dell’emergenza. L’agilità della filiera, composta da realtà aziendali medio-piccole ha facilitato l’adozione di queste soluzioni, le decisioni sono state agili e hanno consentito di rispondere in tempi brevissimi. Ora queste iniziative possono diventare strutturali per farsi trovare preparati qualora ci fossero altre emergenze».
Considerazioni che emergono da un monitoraggio attentissimo che il Consorzio Dafne, una community B2B che raggruppa tutti i componenti della supply chain del farmaco (aziende farmaceutiche, distributori intermedi, depositari e concessionari), ha avviato dallo scorso 1° marzo sulla distribuzione farmaceutica, analizzando i dati raccolti grazie al coinvolgimento e alla collaborazione dei principali trasportatori specializzati nell’healthcare, tra cui UPS, EDF, PHSE e BOMI Group.
A fronte di un leggero aumento dei volumi nel periodo che va dall’8 al 24 marzo, c’è stato un calo nelle settimane successive che ha bilanciato il saldo finale. «In questo panorama occorre tenere conto – spiega Marazzi – che gli approvvigionamenti più legati all’emergenza come mascherine e disinfettanti hanno viaggiato in aereo e una volta in Italia sono stati trasportati a carico della Protezione Civile, quindi non fanno parte del nostro monitoraggio che invece sconta la flessione considerevole dei ricoveri per altre patologie negli ospedali e dal minore afflusso di pubblico nelle farmacie. Anche i farmaci sperimentali, usati per contrastare il Covid-19, si riducono a quantità minime». Sul fronte dell’import-export l’osservatorio ha rilevato il crollo del cargo aereo, venuto meno dall’azzeramento dei voli di linea, usati per il cargo in stiva. «Questo traffico, in particolare nell’export – continua Marazzi – è stato trasferito su altri canali, in particolare sulla gomma. E anche questo passaggio di modalità ha retto ed è stato accolto bene dal sistema». Un sistema che ha avviato una serie di aggiustamenti con l’obiettivo di aumentare la propria resilienza. «Per minimizzare il rischio di contagi – racconta Marazzi – alcuni vettori hanno organizzato spedizioni notturne, anche a volte accompagnate da scorte armate per evitare furti così frequenti nel trasporto dei farmaci. In questo modo la merce è arrivata nei magazzini nelle prime ore dell’alba quando gli addetti sono pochi e il lavoro meno intenso. Alcuni magazzini, per esempio, hanno installato pannelli per la separazione fisica degli addetti, hanno usato container per creare ambienti di lavoro separato per il personale amministrativo. Tutte soluzioni che hanno assicurato la continuità della filiera senza neanche un momento di blackout».