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I carburanti che verranno. Idrogeno: il pick-up secondo Nikola

Si chiama Badger ed è un veicolo off-road concepito dalla casa statunitense, alimentato da una batteria agli ioni di litio da 160 kW o da un sistema di celle a combustibile (idrogeno) da 120 kW. A settembre la prima apparizione

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Uno parla e l’altro risponde. I guru della mobilità del futuro sembrano come giocare a ping pong. Così, dopo che Elon Musk aveva presentato Cybertruck, un avveniristico pick-up elettrico marchiato Tesla, caratterizzato da un design geometrico paragonato da molti a un maxi origami, ecco che Trevor Milton, fondatore e CEO di Nikola, alza il velo su un concept di pick-up, chiamato Badger, ricco di contenuti tecnologici avvolti però in linee decisamente più rassicuranti e molto più vicine ai tradizionali pick-up yankee.

Presente e prospettive

IDROGENO: UN CARBURANTE IN MOVIMENTO

Trevor Milton ha puntato tutto sulla mobilità a idrogeno, tanto che dagli USA, dove ha già pianificato l’installazione di una rete di 700 stazioni di rifornimento, è sbarcato in fretta in Europa dove, grazie alla partnership con CNH e Iveco, darà vita al Nikola 3, un camion pesante alimentato anche a celle a combustibile.
Così, un passo alla volta, l’alimentazione a celle a combustile sembra uscire dagli sfoghi teorici dei convegni e conquistare espressioni concrete. La prima, ovviamente, riguarda i veicoli. Mercedes-Benz, per esempio, è già arrivato al secondo step di una piccola produzione del Vito E-Cell e ha anche già mostrato, in tempi più recenti, un concept dello Sprinter F-Cell in cui a Stoccarda sono riusciti a “riciclare” gran parte della componentistica in uso nei motori termici. Parliamo di 700 celle che, tramite membrana elettrolitica, riesce a compiere la conversione e poi a immagazzinare l’energia in una batteria, da dove viene girata a un motore elettrico da 147 kW e 350 Nm di coppia. I serbatori per l’idrogeno sono tre, ognuno da 4,5 kg e tutti montati sotto al pianale per non sacrificare spazio. 300 sono i chilometri di autonomia, ma volendo si può montare un quarto serbatoio per arrivare a 530 o, anche, ricaricare la batteria tramite plug-in. Anche il Kangoo e il Master di Renault propongono una versione a idrogeno.
Se poi si scende dai van per salire sulle vetture, gli esempi – come Toyota Mira e Hyundai Nexo – diventano molti. Ma ovviamente per poter far partire definitivamente il processo c’è anche bisogno di una rete. Pionieri in questo processo sono gli scandinavi. Dallo scorso anno, a Mariestad, in Svezia, è attiva persino una stazione di rifornimento di idrogeno autoprodotto tramite un impianto fotovoltaico da 250 kW. Ma qualche punto di distribuzione apre i battenti anche nel Regno Unito, nei Paesi Bassi, in Germania e pure in Italia, grazie soprattutto a un decreto ministeriale del 23 ottobre 2018, con cui è stato eliminato il limite (esclusivamente nostro) della pressione di carica a un massimo di 350 bar, che di fatto limitava lo sviluppo delle stazioni di rifornimento. Oggi che il limite è stato innalzato a 700 bar è quindi diventa possibile anche effettuare ricariche più veloci.
Tuttavia, rimangono sempre molto alti i costi realizzazione degli impianti di produzione di idrogeno che variano tra 1,5 e 2 milioni di euro. Attualmente in Italia sono solamente 6 le stazioni di rifornimento di idrogeno di cui: 3 non ancora operative, situate e Roma, Mantova e Livorno; 2 realizzate a Milano (San Donato) e Catania con impianti a 350 bar per rifornire i mezzi del trasporto pubblico; una a Bolzano che è anche l’unica a disporre di un impianto a 700 bar, con idrogeno prodotto tramite energie rinnovabili. Quest’ultima stazione di rifornimento, frutto di una partnership fra pubblico e privato, rifornisce mezzi del trasporto pubblico locale e una piccola flotta di auto aziendali a noleggio. Secondo le stime della FCH contenute nell’Hydrogen Roadmap Europe, entro il 2050 l’idrogeno potrebbe soddisfare il 24% della domanda di energia finale nell’intera Europa, così da generare ricavi per 820 miliardi l’anno, creare 5,4 milioni di nuovi posti di lavoro e tagliare 560 milioni di tonnellate di CO2 all’anno.

La rivoluzione di questo veicolo off-road a propulsione elettrica è come sempre nell’alimentazione: il suo motore, in grado di sprigionare l’equivalente di 906 CV, è alimentato da una batteria agli ioni di litio da 160 kW o da un sistema di celle a combustibile (idrogeno) da 120 kW. Per passare dall’uno all’altro tipo di alimentazione basta premere semplicemente un tasto. Ma la vera chicca sta nell’adozione di un supercondensatore, dispositivo in grado di accumulare una quantità di carica elettrica eccezionalmente grande rispetto ai condensatori tradizionali, con il vantaggio di poter essere caricato o scaricato quasi istantaneamente, garantendo così un’elevatissima potenza specifica.

Nuove tecniche di produzione

IDROGENO PER ELETTROLISI CON CATALIZZATORI POVERI

Produrre idrogeno costa. Dipende da cosa si usa per ottenerlo. Un gruppo di scienziati di tre università australiane (New South Wales, Griffith University e Swinburne), per esempio, è riuscito a ottenere idrogeno dall’acqua tramite elettrolisi, usando come catalizzatori metalli a basso costo come ferro e nichel, che sono in grado di accelerare la reazione chimica in quanto necessitano di meno energia. Il vantaggio è che questi comuni metalli potranno prendere il posto di quelli usati attualmente come catalizzatori nella scissione dell’acqua, i ben più preziosi rutenio, platino e iridio, che fino ad ora sono stati considerati i migliori catalizzatori nel processo di “scissione dell’acqua”. Se tutto sarà confermato, questa scoperta potrebbe dare un grande impulso allo sviluppo di questo tipo di alimentazione.

Tradotto in “soldoni” il pick-up di Nikola è in grado di arrivare da 0 a 100 in poco meno di 3 secondi, di percorrere in completa autonomia fino a 960 km o 480 km utilizzando la sola batteria agli ioni di litio, laddove non ci fosse idrogeno disponibile. Stiamo parlando di un veicolo imponente, lungo 5.890 mm, largo 2.180 mm, alto 1.870 mm. Il Badger, inoltre, offre una presa di corrente da 15 kW per strumenti, luci e compressori, potenza sufficiente per essere utilizzata in un cantiere edile per circa 12 ore al posto di un normale generatore di corrente. Lo stesso Trevor Milton garantisce che la sua nuova creatura è in grado di lavorare in condizioni climatiche proibitive per qualsiasi altro veicolo elettrico, arrivando anche a temperature fino a –20°.

Il Nikola Badger farà la sua prima apparizione all’evento Nikola World 2020, organizzato dalla stessa azienda presso il quartier generale di Phoenix, nel mese di settembre. E in quell’occasione sarà possibile testare i prototipi in mostra.

Redazione
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La redazione di Uomini e Trasporti

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