Produttori, operatori logistici, costruttori di veicoli, organizzazioni e istituzioni si stringono la mano a difesa della qualità di vino e olio, durante il trasporto e lungo tutta la filiera: dalla vigna alla tavola del consumatore. Questo l’obiettivo dell’incontro organizzato dalla nostra testata con Cia-Agricoltori Italiani nella sua sede nazionale a Roma.
La posta in gioco è, infatti, altissima. Vino e olio insieme pesano per oltre 8 miliardi sull’export nazionale. L’Italia è il primo produttore al mondo di vino (55 milioni di ettolitri nel 2018 di cui 20 milioni venduti all’estero) con un incremento annuo del 29% e un fatturato complessivo delle attività enologiche pari a 13 miliardi di euro. Quanto all’olio, il Paese è il secondo esportatore dopo la Spagna con oltre un milione di ettari, 175 mila tonnellate di produzione che valgono 1,3 miliardi di euro per un fatturato dell’industria olearia da oltre 3 miliardi di euro. Circa la metà di vino e olio prodotto nella penisola, viaggia in tutto il mondo e anche la parte destinata al mercato interno, uscita da cantine o frantoi, affronta diversi step logistici (trasporto, magazzino, distribuzione, ultimo miglio) prima di arrivare in cucina e a tavola.
Aprire un dibattito sulla logistica di vino e olio per facilitare il dialogo tra i protagonisti della filiera e promuovere un patto tra produttori e trasportatori a difesa delle eccellenze italiani coinvolgendo anche le istituzioni, è dunque la sfida lanciata dal mensile Uomini e Trasporti che già ad aprile ha dedicato al tema un inserto speciale “Quando il trasporto è D.O.C.” (distribuito gratuitamente, con Cia-Agricoltori Italiani, al Vinitaly 2019).
L’alleanza, sollecitata da più parti, serve a preservare due dei prodotti più rappresentativi del Made in Italy che risultano molto sensibili allo stress da viaggio: oscillazioni, sbalzi termici e illuminazione inadeguata possono compromettere profondamente la qualità di vino e olio, alterandoli in modo irreversibile. Eppure, non esiste né in Italia né a livello internazionale alcuna norma che indichi le modalità di trasporto di questi due prodotti e il mercato procede in ordine sparso. Così, vicino a ottimi esempi, convivono pratiche artigianali o improvvisate.
Alla base del problema, infine, oltre l’esigenza di semplificare la comunicazione, anche la scarsa conoscenza reciproca tra produttori agricoli e mondo del trasporto e della logistica che nel frattempo ha sviluppato know how in materia, con realtà che, ponendo al centro le esigenze del cliente, mettono in campo tecniche di imballaggio e mezzi di qualità a completa tutela del prodotto trasportato.
«La logistica va incorporata nei progetti di filiera di vino e olio – ha dichiarato Dino Scanavino, presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani – Solo così, si possono superare criticità legate a trasporto e stoccaggio. Gli agricoltori sono pronti a crescere in tal senso e per questo, si deve lavorare su due fronti. Per un verso, coinvolgendo i ministeri (Agricoltura, Trasporti e Salute) per una maggiore consapevolezza del problema, al fine di migliorare le condizioni ambientali del trasporto attraverso incentivi a promozione e tutela del Made in Italy. Per altro verso, serve formazione per gli operatori (autotrasportatori e magazzinieri) finalizzata a riorganizzare i flussi per la riduzione delle rotture di carico e i tempi di consegna, oltre che ad acquisire know how specifico a contatto con enologi e tecnologi alimentari».
Durante l’incontro è stato annunciato l’avvio di un lavoro che vede coinvolti i maggiori attori della filiera del vino e dell’olio con l’obiettivo di arrivare alla redazione di linee guida per il trasporto. «L’OITA ha deciso di dar vita a un tavolo di lavoro con i diversi operatori interessati alla catena logistica del vino e dell’olio EVO – ha annunciato Clara Ricozzi, Presidente dell’OITA (Osservatorio interdisciplinare trasporto alimenti) – allo scopo di promuovere l’adozione di linee guida atte a garantire il mantenimento delle caratteristiche originarie di questi prodotti, particolarmente sensibili alle condizioni ambientali e di manipolazione durante il percorso e nella giacenza in hub. In tal modo, intendiamo rispondere alla duplice esigenza, di garantire il consumatore finale e di contribuire alla tutela della qualità del made in Italy». Infine la Presidente Ricozzi ha invitato un esponente della Cia a partecipare al tavolo in rappresentanza dei produttori.
«In merito al vino, la cura dei particolari è essenziale per il mantenimento della qualità del prodotto, a cominciare dall’imballaggio – puntualizza Giuliano Boldorini, direttore commerciale di Fercam – Perché quello del cliente è adatto alla vendita diretta, ma non sempre è appropriato per lo smistamento nei magazzini e lo stivaggio nei camion, dove le bottiglie devono essere ben protette sia dagli urti che dagli sbalzi di temperatura e dall’umidità. Su questo specifico prodotto noi mettiamo del personale specializzato, con il compito di provvedere ai corretti stoccaggio, stivaggio, preparazione ordini e imballi con la massima cura e cautela, riducendo al minimo la movimentazione. Spesso si tratta di vini pregiati o di champagne, bottiglie che vanno trattate con estrema delicatezza perché un eccessivo sballottamento può danneggiare la qualità del contenuto».
«Le aziende costruttrici di veicoli industriali possono dare un importante contributo al miglioramento dell’intera filiera enogastronomica, in termini di sostenibilità ambientale e tracciabilità dei prodotti – ha evidenziato Franco Fenoglio, Presidente e AD di Italscania – Abbiamo fatto grandi investimenti per arrivare a offrire oggi soluzioni di trasporto estremamente all’avanguardia sia dal punto di vista della sicurezza che della sostenibilità. È ora di fondamentale importanza che le aziende che commissionano il trasporto comprendano fino in fondo la necessità di affidarsi a realtà in grado di offrire un servizio di qualità per il trasporto di prodotti di grande eccellenza, come olio e vino, che richiedono la massima attenzione non solo nella fase di produzione ma anche in quella di distribuzione».
All’incontro ha presenziato anche la vicePresidente dell’Albo degli autotrasportatori, Francesca Aiello per ribadire l’interesse e il coinvolgimento del Comitato centrale alle tematiche affrontate.