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Villa: «La sicurezza è procedura. Troppe attese al carico non l’aiutano»

Il presidente di Federtrasporti Claudio Villa, esprime cordoglio a due aziende associate che hanno perso altrettanti autisti e alle famiglie di tutti i lavoratori coinvolti nell’incidente di Calenzano. Invita Governo e Parlamento a guardare con maggiore attenzione alle anomalie che si creano nelle procedure legate alle attività di carico e scarico. Perché è lì che il rischio di incidenti gravi diventa maggiore. Nel trasporto in 5 anni gli infortuni sul lavoro sono cresciuti del 35%, più del doppio rispetto al cinquennio precedente

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L’esplosione nel deposito carburanti di Calenzano è accaduta lo scorso 9 dicembre nella pensilina in cui avveniva il carico delle autobotti. In quello che per Vincenzo Martinelli, Carmelo Corso, Gerardo Pepe, Franco Cirielli, Davide Baronti – le vittime dell’incidente, quasi tutti autisti di autocisterne – era un normale luogo di lavoro.

«Lavorare lungo una strada, percorrere ogni giorno centinaia di chilometri espone già di per sé a rischi – commenta Claudio Villa, presidente di Federtrasporti – ma trasportare merci pericolose rappresenta un’elevazione alla potenza di questo rischio. Per gestirlo bisogna necessariamente attenersi a regole ferree, a protocolli da non dare mai per scontati per evitare di farsi guidare dalla consuetudine».

Villa è affranto da una tragedia che ha procurato il decesso di due autisti legati ad altrettanti enti associati a Federtrasporti. «Voglio esprimere sentita vicinanza sia al RAT e al Cotras, due aziende che hanno entrambe sede a Calenzano e che hanno subito perdite così gravi, sia a tutte le famiglie colpite dal lutto».

Il presidente di Federtrasporti sottolinea come questo ennesimo incidente sul lavoro a danno di autotrasportatori deve costringere a riflettere, «deve insegnare a ribadire con forza una cultura della sicurezza che in Italia viene evidentemente trascurata, se ancora muoiono soltanto nel trasporto circa 180 persone ogni anno».

Secondo Villa per porre un argine a questa deriva è necessario concentrarsi sulle procedure e su quanto di anomalo registrano, «perché il rischio del trasporto – sottolinea – si argina soltanto attenendosi a rigidi procedimenti. Non è normale che i tempi di carico si allungano fino a 4-5 ore, creando insofferenza in chi è costretto ad attendere. Non è normale che in fase di scarico un autista non disponga di connettori standard per raccordare l’autocisterna con un deposito e in qualche caso debba pure affidarsi all’improvvisazione. E tutto ciò che è fuori dal normale, e quindi fuori dalle procedure, funziona come una crepa che si apre nella barriera eretta per proteggere la sicurezza».

Proprio per questa ragione il presidente invita Governo e Parlamento a riflettere su quanto avvenuto e su quanto succede quotidianamente sui luoghi di carico e scarico per legiferare con maggiore rigore rispetto a un momento dell’attività lavorativa di un autotrasportatore troppo trascurato. I dati Inail dicono che negli ultimi cinque anni nel settore del trasporto il numero di infortuni sul lavoro denunciati è cresciuto del 35 per cento, più del doppio rispetto al quinquennio precedente. «Non vorrei che ci fossimo abituati all’incidentalità – constata Villa – che coltivassimo nei suoi confronti un atteggiamento fatalistico, quasi come fosse un male necessario e che si affrontasse il problema soltanto sull’onda emotiva o mediatica. Che si leva improvvisa il giorno dell’incidente e poi svanisce in fretta senza lasciare tracce nelle memorie».

Redazione
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La redazione di Uomini e Trasporti

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