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Veicoli elettrici: anche l’ACEA chiede la revisione del Green Deal 

Mentre la domanda di veicoli alimentati a batteria diminuisce, l’industria automobilistica europea propone un’azione urgente per rivedere gli obiettivi di Co2 nel 2025 e una nuova legislazione per auto e camion. La proposta in linea con le dichiarazioni del Governo italiano, anche in vista dei nuovi equilibri politici nella Commissione Ue

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Anche il mondo dell’automotive europeo chiede un passo indietro sull’elettrico. I produttori riuniti in ACEA puntano il dito contro la continua contrazione del mercato dei veicoli alimentati a batteria e chiedono alla Commissione europea la revisione anticipata al 2025 della regolamentazione sulla CO2 per veicoli leggeri e pesanti, attualmente prevista rispettivamente per il 2026 e il 2027, al 2025. “Abbiamo bisogno di un’azione urgente – si legge in una nota di ACEA – Siamo pronti a discutere un pacchetto di sgravi a breve termine per gli obiettivi di CO2 del 2025 e una nuova legislazione per auto e camion”.

Il ripensamento del Green Deal a sostegno della competitività

L’industria automobilistica europea sostiene quindi anche l’orientamento espresso dall’Italia con gli interventi prima del ministro del made in Italy Adolfo Urso che ha annunciato la richiesta di revisione anticipata del regolamento da parte dell’Italia e poi dalla stessa premier Giorgia Meloni che, durante l’assemblea di Confindustria, ha rassicurato gli industriali sulla posizione dell’Italia pronta a una revisione del Green Deal europeo, anche in vista dei mutati equilibri politici della nuova Commissione Ue. L’ACEA chiede quindi di rivedere gli obiettivi che non sono più in linea con “i cambiamenti avvenuti nel clima geopolitico ed economico negli ultimi anni e l’incapacità della legge di adattarsi agli sviluppi del mondo reale che erode ulteriormente la competitività del settore”. Inoltre, gli industriali esprimono preoccupazione rispetto alle multe esose “che potrebbero altrimenti essere investite nella transizione a emissioni zero”, ma anche di possibili “tagli alla produzione, perdite di posti di lavoro e di un indebolimento della catena di fornitura e del valore europea in un momento in cui dobbiamo affrontare una concorrenza spietata”. 

L’industria europea dei motori – si legge in una nota di ACEA – sostiene l’Accordo di Parigi e gli obiettivi di decarbonizzazione dei trasporti dell’Ue entro il 2050 e ha investito miliardi nell’elettrificazione per portare i veicoli sul mercato. Oggi la tecnologia automobilistica e la disponibilità di veicoli a emissioni zero non rappresentano più un ostacolo. Stiamo facendo la nostra parte in questa transizione, ma sfortunatamente gli altri elementi necessari per questo cambiamento sistemico non sono presenti. Un fattore aggravante è la rapida erosione della competitività dell’UE, come confermato nel rapporto Draghi.

Produzione e vendita al palo

Secondo il Board di ACEA mancherebbero le condizioni necessarie per ottenere il giusto impulso alla produzione e vendita di veicoli a emissioni zero: infrastrutture di ricarica e rifornimento dell’idrogeno, nonché un ambiente produttivo competitivo, energia verde a prezzi accessibili, incentivi fiscali e di acquisto e un approvvigionamento sicuro di materie prime, idrogeno e batterie. Anche la crescita economica, l’accettazione dei consumatori e la fiducia nelle infrastrutture non si sono sviluppate a sufficienza.

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