Non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire. E certe volte può capitare che le orecchie di tappino a «tempo». Quelle del governo, per esempio, fino al 25 ottobre sembrano assolutamente sorde. E ha un bel da fare Unatras, l’organismo unitario di buona parte delle associazioni di categoria dell’autotrasporto, a scrivere. Una prima lettera era partita lo scorso 20 settembre, quando in maniera inopinata un consulente-tagliatore del governo (il professor Francesco Giavazzi) aveva sottolineato alcune incongruenze nella gestione delle risorse per l’autotrasporto.
Ma quella missiva è rimasta… lettera morta. Così, a circa una settimana di distanza la stessa organizzazione, sempre con l’interfaccia del segretario Pasquale Russo, ha scritto un’altra lettera in cui inizialmente si mettono le mani avanti, esprimendo consapevolezza sul fatto «che il Governo, da solo, non può risolvere le forti criticità che interessano le nostre aziende». Ma d’altra parte – si aggiunge – aprire un confronto con l’autotrasporto «per trovare tutte le soluzioni possibili per far fronte alle emergenze del settore» è «doveroso». E siccome gli inviti generici sono caduti nel vuoto stavolta Russo indica una data, il 9 ottobre, quella in cui sono stati convocati gli organismi di Unatras, in cui «sarebbe auspicabile poter annunciare alla categoria che il Governo ha convocato un incontro; questo sarebbe un segnale di attenzione nei confronti delle imprese di autotrasporto italiane».
Basterà questa seconda “scampannelata” di Unatras-postino per ottenere un invito? Oppure il governo continuerà a fare melina fino al sopraggiungere della sentenza del TAR (prevista appunto il 25 ottobre) prima di gestire nel complesso la questione?
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