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Traghetti: tra penalizzazioni e rincari

Un aumento del costo del traghetto e una penalizzazione nell'assegnazione delle cabine. È quanto denunciano in queste ore Assotir e Cna Fita, a cui si aggiunge anche la voce di Romina Mura, presidente della commissione Lavoro della Camera, che lamenta come spesso spariscano le cabine in disponibilità per gli autotrasportatori per favorire la clientela turistica

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«Indigna che i lavoratori dell’autotrasporto siano sottoposti a una sorta di discriminazione di fatto nell’assegnazione delle cabine sui traghetti che collegano la Sardegna al continente». È il commento a caldo della presidente della commissione Lavoro della Camera, Romina Mura (Pd), in seguito alla nota che la Cna-Fita Sardegna ha inviato all’assessore regionale ai Trasporti per denunciare la mancanza di cabine per gli autotrasportatori che portano le merci nel tratto di mare tra il continente e la Sardegna e l’aumento insostenibile del costo del traghetto. «I camionisti già fanno un lavoro usurante e il trattamento loro riservato va stigmatizzato soprattutto occorre un intervento presso le compagnie di navigazione che permettono o attuano questa cernita, la cui correttezza è perlomeno dubbia. È dovuto – sottolinea Mura – nei confronti di una categoria cui non ci si decide a riconoscere nei fatti la giusta dignità e che dovremo seguire più da vicino nelle difficoltà spesso drammatiche patite per il caro tariffe e carburanti». Il problema delle cabine che vengono riservate ai turisti e che penalizzano gli autotrasportatori nei periodi di maggior afflusso turistico non è nuovo. È accaduto in questo ponte Pasquale, ma la questione era già emersa anche nella scorsa estate, a ridosso delle vacanze estive.
«Noi sardi abbiamo il culto dell’accoglienza e siamo giustamente soddisfatti se i turisti vengono numerosi, ma non si può che provare imbarazzo di fronte agli episodi denunciati dalla Cna Fita» prosegue la presidente della commissione Lavoro della Camera, riferendosi a quanto denunciato all’agenzia Ansa dal presidente e dalla responsabile di Cna Fita Sardegna, Sandro Concas e Valentina Codonesu «fanno scattare una sorta di prelazione verso i turisti, che hanno priorità di imbarco e sistemazione a bordo a scapito degli autisti che tutto l’anno utilizzano obbligatoriamente il traghettamento marittimo per poter movimentare le merci».
Una condizione evidenziata come «pericolosa» sia perché chi si imbarca dopo ore e ore di guida necessita di un adeguato ristoro a tutela della sicurezza di tutti, sia perché in un momento in cui il Covid non è ancora sconfitto «gli autisti possono ritrovarsi a condividere spazi ristretti in una situazione che oltre che umiliarne la riservatezza personale, vanifica gli sforzi organizzativi ed economici che quotidianamente le aziende di autotrasporto profondono a tutela della loro salute».
Una condizione resa ancora più amara dall’aumento del costo dei traghetti. Rincari ritenuti «insostenibili» anche da Claudio Donati, segretario generale di Assotir che nei giorni scorsi ha richiesto un monitoraggio sulle tariffe dopo «Il recente intervento sanzionatorio dell’Antitrust nei confronti di Caronte & Tourist con una sanzione di 3,7 milioni di euro» come sottolinea Donati e puntare l’attenzione sulla questione del caro-traghetti, che «ha assunto un peso insostenibile per gli autotrasportatori, visto che, nel periodo settembre 2021- aprile 2022, gli armatori hanno applicato in media aumenti fuori da ogni logica, dei quali oltretutto, è difficile capirne le motivazioni». Assotir ha chiesto alle Commissioni Finanza e Tesoro e Industria, Commercio, Turismo del Senato, di «aprire una fase di monitoraggio sulle tariffe dei noli dei traghetti, con specifico riferimento al periodo settembre 2021-aprile 2022». Un lasso di tempo in cui l’associazione, analizzando i listini dei principali operatori del settore, ha rilevato un incremento medio delle tariffe di circa il 30%, con punte che arrivano al 46%; un incremento che «non può essere imputato al solo costo del carburante che, essendo aumentato, nello stesso periodo, proprio del 30%, ha certamente un’incidenza sui costi di impresa sostenuti dagli armatori enormemente inferiore».  

Redazione
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La redazione di Uomini e Trasporti

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