La schiavitù? Nell’Est Europa pare esistere ancora, a vedere cosa sta accadendo in questi giorni in Belgio. Secondo la webzine fiamminga Sudinfo.be a Welkenraedt (Belgio) sarebbe stato arrestato un autista bielorusso al volante di un camion registrato in Lituania per una serie di violazioni delle norme di sicurezza del veicolo e delle condizioni di lavoro dell’autista. E fin qui nulla di particolarmente strano. Quello che invece sbalordisce è la risposta della società lituana datrice di lavoro del conducente est-europeo, visto che questa si è rifiutata di pagare le multe e le riparazioni necessarie a rimettere in regola il camion fermato.
Di conseguenza, il povero autista, che da due mesi non viene oltretutto pagato, è rimasto a piedi senza un euro in tasca nella località di Henri-Chapelle. Ma non si tratta di un caso isolato: in seguito ad altri controlli, cinque autisti della stessa società lituana sono stati abbandonati al loro destino e i loro veicoli sequestrati.
Il principale cliente dell’impresa è la multinazionale austriaca LKW Walter, che lavora soprattutto in Francia, Belgio e Paesi Bassi.
«Chiaramente siamo davanti a un caso di dumping sociale – ha denunciato al Parlamento europeo Roberto Parrillo, responsabile della CSC-Transcom per i trasporti e presidente europeo delle organizzazioni sindacali del settore – Gli autisti arrestati sono uomini anziani che da 60 giorni non percepiscono introiti e che da nove settimane non sono tornati nel loro Paese d’origine, cosa che è vietata dalla legge. Sono lavoratori minacciati e sfruttati da questa compagnia, che li paga 300 euro al mese e che, visto lo stato dei suoi camion, mette in pericolo la sicurezza di tutti gli utenti della strada».