«Se penso all’autostrada piena di neve, bisogna, oltre che lanciare l’allerta, poi bloccare l’accesso in autostrada ai mezzi pesanti; se questo è stato fatto “bene”, se non è stato fatto ci sono responsabilità. E questo va controllato». Solleva per lo meno un sospetto la ministra delle Infrastrutture e dei Trasporti, Paola De Micheli, rispondendo, domenica 6 dicembre su Rai 3, alle domande di Fabio Fazio, riferendosi a quanto accaduto nei giorni precedenti sull’autostrada A7, quando per un’abbondante nevicata (se così vogliano definire un manto nevoso di una ventina di centimetri) ha bloccato completamente la circolazione per lunghe ore. Il sospetto cioè che gli oneri di fare della società concessionaria investano non soltanto il momento della comunicazione relativa allo stato di emergenza meteo, ma anche quello dell’ingresso in autostrada dei veicoli pesanti. E indirettamente, però, sembra sottolineare un’evidenza: se i camion entrano in autostrada, non è loro la responsabilità di averlo fatto, ma di chi non ha impedito che lo facessero.
Le responsabilità contano più dei fatti?
In ogni caso, la cosa certa è che in Italia quando si solleva una polemica legata alla neve (ma forse anche tante altre), spesso il dito accusatore viene puntato sui veicoli pesanti. Perché ciò che conta è individuare le responsabilità piuttosto che trovare le modalità concrete per non trasformare in problemi ciò che altrove – si pensi al Centro e Nord Europa – è quotidianità. Perché è inutile girarci tanto intorno: se in Svezia o in Norvegia fosse sufficiente una nevicata – abbondante o modesta che sia – per paralizzare il traffico stradale, sarebbero paralizzati per diversi mesi dell’anno. Noi, per fortuna, di nevicate – abbondanti o modeste che siano – ne abbiamo poche, ma quelle poche creano disagi. E a quel punto, più che cercare di capire cosa bisognerebbe fare per evitarli, si cerca un capro espiatorio. Che quasi sempre è l’autotrasporto. E anche stavolta è avvenuto.
Toti contro tutti
La prima polemica – a dire il vero – l’ha sollevata il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, definendo «inaccettabile» quanto accaduto sulle autostrade liguri per pungolare più che altro la società concessionaria. Perché è chiaro che ammonisce Autostrade per l’Italia quando sottolinea come, «data l’allerta diramata per tempo, i ritardi negli interventi risultano incomprensibili». Tant’è che Toti annuncia di aver sentito i vertici della società «per sottolineare tutta la mia preoccupazione e il mio disappunto, sollecitandoli a fare ogni azione possibile e dispiegare ogni mezzo per rimediare ai disagi che i cittadini stanno subendo». Poi, siccome le responsabilità si misurano sulla base delle competenze, parte all’attacco del governo, ricordando che «Regione Liguria non ha alcun ruolo operativo nella gestione delle autostrade. Perché, come tutti quelli che criticano dovrebbero sapere, Pd in prima linea, le autostrade dipendono dal Governo, e in particolare dal Ministero delle Infrastrutture». Il suo compito – lo ribadisce – doveva essere quello di «diramare con puntualità l’allerta meteo neve, cosa avvenuta ieri alle 13 grazie alle previsioni del nostro centro meteo Arpal e attivare i soccorsi attraverso la nostra Protezione Civile. Intervento che però non può essere spontaneo ma deve ricevere il via libera dalla Prefettura che gestisce e coordina gli interventi di questo genere. Infatti, appena è arrivata la richiesta, solo nel primo pomeriggio, i nostri volontari si sono attivati per aiutare le persone in difficoltà».
La replica di Autostrade: «I camion non rispettano le regole»
Fatto sta che Autostrade, chiamata in causa da Toti, subito scarica le responsabilità sui trasportatori. «Mi stupisce molto vedere parecchi camion che, ancora alle 17.00, erano dentro l’autostrada – punta il direttore del primo tronco di Autostrade per l’Italia, Mirko Nanni, in una nota diffusa dalla società – Dalle 8.30 di mattina, come da piano neve, è entrato in vigore il divieto assoluto di ingresso in autostrada dei mezzi pesanti. Se non si rispettano le regole e poi si resta bloccati, generando problemi anche ai mezzi leggeri, è inutile poi protestare».
Una ricostruzione che, oltre a restringere il perimetro delle proprie competenze, tenendole al di qua del controllo degli accessi in autostrada (a cui invece ha fatto esplicito riferimento la ministra), serve a capire come funziona il piano neve del paese: di fronte a una minacciata nevicata – visto che alle 8.30 di mattina l’evento nevoso era ancora nell’alveo di una prospettiva possibile – si chiudono le autostrade ai mezzi pesanti. Se portano generi di prima necessità, se magari avevano investito soldi in pneumatici invernali o catene proprio per affrontare qualche centimetro di neve, se in questo modo “potenziale” si manda a monte la “concreta” organizzazione di centinaia di aziende e quindi la loro produttività, poco importa.
O meglio, non importa evidentemente a chi gestisce le autostrade, ma importa però a chi sopra a quei camion ci viaggia o alle aziende che li fanno viaggiare. Sono due punti di vista diversi, ma in questo caso convergenti.
La replica di Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti:«Quando il divieto è scattato i camion erano già bloccati in autostrada»
Per quanto riguarda quello degli uomini al volante dei camion, Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti della Liguria hanno risposto in fretta alle accuse relative alla presenza di camion in autostrada ancora alle 17, replicando che «forse società Autostrade non si è resa conto che camionisti, corrieri, autisti di pullman e singoli automobilisti sono rimasti sequestrati talmente tante ore che, quando sono entrati lungo la rete autostradale, non vi era alcun divieto. Quando il divieto è stato emesso gli autisti ormai erano bloccati e non potevano più uscire. Società Autostrade dovrebbe scusarsi».
La replica di Trasportounito: «Autostrade non ha fatto prevenzione né si è attrezzata per pulire le strade»
Rispetto al punto di vista delle aziende, invece, è Giuseppe Tagnochetti, coordinatore ligure di Trasportounito a sottolineare che, malgrado in Liguria già da cinque giorni venisse lanciato l’allerta neve, «la società Autostrade non ha svolto alcuna attività preventiva e non si è attrezzata per intervenire per la pulizia delle strade con una rete che è oggi totalmente paralizzata». «Non è possibile che ogni disservizio, ogni inefficienza, ogni blocco – prosegue – spesso causato anche quando poteva essere evitato, ricada sulle spalle dell’autotrasporto. Se per efficienza logistica in questo Paese si pensa puntualmente di penalizzare l’anello più debole della catena, l’autotrasporto, ebbene si sappia che non esiste più margine di sopportazione. La competitività del sistema non si crea tirando la corda sino a farla strappare e annientando una categoria, che, piaccia o non piaccia, è strategica e centrale proprio nella catena logistica». E poi, rivolgendo direttamente a governo e parlamento conclude: «Se l’autotrasporto salta e si ferma, anche quel poco di efficienza che ancora sopravvive nel sistema Paese è arrivata al giro finale».
Per questa polemica è tutto. Arrivederci alla prossima!