L’Autorità di Regolazione dei Trasporti viene disciplinata per la prima volta in Italia con una legge del 2011, ma di fatto diventa operativa dal 2013, in quel di Torino.
Inizialmente i contributi per il suo funzionamento vengono elargiti direttamente dallo Stato. Poi, un paio di anni dopo, vengono richiesti direttamente dall’Autorità ad alcune settori economici e tra questi compaiono anche le aziende di autotrasporto e di logistica, che poco gradiscono l’inclusione.
Da qui prende avvio una guerra a colpi di carte bollate che in più battaglie – vale a dire in più sentenze davanti ai giudici amministrativi – vede prevalere l’autotrasporto. Una sentenza della Corte Costituzionale del 2017 sembrerebbe assestare il colpo finale alla contesa, ma un altro testo normativo del settembre 2018 (poi pubblicato in Gazzetta Ufficiale nel novembre dello stesso anno), meglio noto come Decreto Genova cambia le carte in tavola. La guerra riprende e stavolta le sorti del confronto appaiono completamente ribaltate.
L’atto finale è una sentenza (ma in realtà i contenziosi aperti erano più di uno e quindi anche le sentenze di fatto gemelle) pronunciata dal Consiglio di Stato nelle prime settimane di gennaio. La conclusione a cui giunge sembrerebbe non lasciare scampa all’autotrasporto: dal 2019 anche le aziende di questo settore sono obbligate a versare il contributo necessario a far funzionare l’Autorità dei Trasporti.
Ma a quanto ammonta tale contributo? E cosa può fare chi ha pagato anche prima del 2019? E soprattutto questa sentenza rappresenta veramente la parola «fine» di questa vicenda?
Tutte domande a cui K44 come al solito Risponde con l’aiuto di Giuseppina Della Pepa, segretario generale di Anita.
Buona visione e buona strada a tutti!
