Un autobus e un camion: due mezzi di trasporto diverse, impegnati in movimentazioni diverse. Si sono incontrati – o meglio scontrati frontalmente – in un’ora inconsueta, verso le due e mezza di notte (o del mattino, se preferite), forse perché erano impegnati in missioni inconsuete. Del camion, in realtà, sappiamo ben poco: dalle immagini dell’incidente appare abbastanza vetusto. Ma è difficile capire cosa stesse trasportando. È risaputo invece il tragitto percorso dal bus, il punto di partenza e quello di arrivo. Era in flotta della Patti Tour di Favara (Agrigento), era partito da Porte Empedocle, in Sicilia, dove aveva caricato una cinquantina di migranti appena trasferiti da Lampedusa e diretti ai centri di accoglienza del Piemonte. Erano sopravvissuti all’attraversamento di un lungo pezzo di Africa, ai tanti disastri naturali e ai colpi di Stato che stanno piegando quel continente, ma hanno messo seriamente a rischio la loro vita quando sono giunti alle porte del grande raccordo anulare. Per essere più precisi l’impatto tra il camion e l’autobus è avvenuto tra Guidonia Montecelio e l’allacciamento diramazione Roma nord, all’altezza dell’area di servizio Mascherone. L’impatto è stato forte e le conseguenze drammatiche. Inizialmente il comunicato diffuso dalle agenzie parlava di due morti, coincidenti con i due autisti. Quello del bus e quello del camion. Poi, invece, è stato appurato che in realtà l’autobus aveva due conducenti, visto il lungo viaggio da affrontare. E nell’impatto uno è deceduto sul colpo, l’altro dopo l’impatto con il parabrezza e l’asfalto, giacché è stato sbalzato fuori dal veicolo. Si chiamavano Alberto Vella e Davide Giudice, avevano appena 34 e 32 anni e risiedevano tutti e due in provincia di Agrigento, a Favara.
Il bus si è ribaltato e, di conseguenza, la sua carrozzeria si è contorta. I vigili del fuoco intervenuti hanno dovuto lavorare a lungo per accedere nel veicolo e tirare fuori i migranti. Complessivamente 25 risultavano feriti, anche se solo alcuni sono apparsi particolarmente gravi: tre uomini di 66, 25 e 18 anni sono stati ricoverati all’ospedale Gemelli e due sono entrati con codice rosso. Uno in particolare, quello più anziano, è quello a maggior rischio, viste le tante contusioni e i tanti traumi. Altri otto invece sono stati trasportati all’Umberto I e in altri ospedali con codice giallo. Quelli rimasti illesi sono stati comunque visitati e quindi consegnati alla Prefettura. Le notizie diffuse trascurate di precisare le condizioni dell’autista del camion e quindi tutto lascerebbe presumere che non abbia subito particolare conseguenze.
Qualcuno ha subito sollevato la polemica sulle ore di guida accumulate dagli autisti, ma a stretto giro è arrivata la puntualizzazione della Prefettura di Agrigento, che ci ha tenuto a specificare che può capitare «che siamo costretti a far aspettare i pullman, che dovranno trasferire i migranti, anche per diverse ore prima di partire, magari perché manca qualcuno o un documento». Però, ha aggiunto la Prefettura, «in questo caso, il bus era partito in orario, gli autisti avevano rispettato i regimi di riposo e pausa previsti dalla legislazione. La causa dell’incidente può essere stata anche stanchezza, ma certamente non addebitabile ad un errore della ditta o ad un nostro trattenimento eccessivo. Siamo sconvolti anche noi che quotidianamente ci confrontiamo, fra gli altri, con le ditte di autolinea e con i loro lavoratori».
L’autostrada è rimasta chiusa fino a stamattina. Ripercussioni sul traffico si sono registrate per lunghe ore.