Quando in un ospedale c’è un medico particolarmente bravo si muovono da tutta Italia per andarsi a fare visitare da lui. Ma anche quando in qualche ufficio pubblico c’è qualcuno che è disponibile a chiudere un occhio per rendere più leggero il peso della burocrazia, ecco che da ogni contesto territoriale si parte per sfruttare l’opportunità. L’opportunità che da tempo si diceva che fosse concessa presso la motorizzazione di Ferrara era quella che fosse facile “comprarsi” una revisione di un camion. Quindi, non soltanto per stringere i tempi della procedura, ma anche per coprire alcune vistose lacune tecniche del veicolo, che mai gli avrebbero consentito di superare la revisione stessa. E non a caso in tanti partivano per la città degli Estensi. Alla lunga, però, la cosa deve essere giunta alla Procura di Ferrara che, con l’aiuto di polizia e finanzieri, ha condotto un’indagine – definita Ghost Inspections – conclusa con sette ordinanze di custodia cautelare, di cui tre in carcere e quattro agli arresti domiciliari, disposte nei confronti di quattro imprenditori dell’autotrasporto (due di Ferrara, uno di Bologna e uno di Rovigo), di un il titolare di un’agenzia di pratiche auto (che pare fungesse da intermediario) e di due per dipendenti della Motorizzazione, accusati di corruzione, falso e abuso di ufficio. Sul registro degli indagati risultano iscritte però almeno 216 persone. Ma al di là delle misure restrittive, l’aspetto preoccupante adesso è che l’indagine ha comportato il sequestro di più di 358 carte di circolazione di altrettanti camion che di fatto non sono mai stati sottoposti a controllo, ma in possesso di un documento di revisione per il quale mediamente venivano richieste 350 euro. Relativamente a questi veicoli non è scattato il sequestro del mezzo, ma soltanto quello dei tagliandi, da usare sia come materiale probatorio in sede di processo, sia per evitare agli stessi camion di circolare liberamente. In questo modo viene bloccata anche il libretto di circolazione e quindi si impedisce ai veicoli di circolare. Poi, ovviamente, a molti di questi sequestri è stato associato anche un avviso di garanzia.
A queste ne vanno aggiunte altre 270 riferite a camion che viaggiano lungo le strade, ma non si è compreso fino in fondo se un controllo effettivo sia stato effettuato o meno. Ragion per cui per tutti questi mezzi è stata disposta una revisione straordinaria.
L’attività investigativa, tramite intercettazioni e telecamere, ha ricostruito non soltanto l’ammontare di ogni singolo atto corruttivo, le modalità con cui venivano consumati, vale a dire infilando il denaro direttamente nei documenti o all’interno di apposite “bustarelle” e anche le varie tecniche con cui, in maniera assolutamente spregiudicata, venivano occultate alcune carenze del mezzo, in particolare agli impianti frenanti, a quelli per l’illuminazione o sullo stato di usura degli pneumatici. In alcuni casi, con una spesa ridotta rispetto all’ammontare della concessione della revisione senza effettuarla, veniva offerto anche l’anticipo o il posticipo rispetto alla prenotazione, facendo conquistare in avanti o indietro nel tempo alcune settimane.
Un ultimo dato: la provenienza di quei 358 camion interessati da false revisioni coprono almeno trenta diverse province. Per la precisione sono presenti veicoli e libretti di: Ascoli Piceno, Benevento, Bologna, Brescia, Caserta, Cremona, Cosenza, Catania, Forlì-Cesena, Foggia, Firenze, Isernia, Crotone, Messina, Milano, Mantova, Modena, Massa Carrara, Napoli, Novara, Piacenza, Padova, Pisa, Parma, Pavia, Potenza, Ravenna, Reggio Calabria, Reggio Emilia, Roma, Rimini, Rovigo, Salerno, Siena e Verona.