Le aziende di trasporto sono concordi: quando i veicoli pesanti vengono fermati per l’emergenza neve e le autostrade chiuse, la perdita economica è drammatica. Al confronto i costi per equipaggiare i camion in modo adeguato, in modo da poter circolare in quasi ogni condizione di tempo, sono una spesa assolutamente sostenibile, oltre che obbligatoria e necessaria per la sicurezza. L’importante, insomma, è non essere completamente bloccati alla prima caduta di qualche fiocco.
Ma qual è il costo totale delle attrezzature che occorrono per spostarsi in sicurezza in caso di precipitazioni nevose? Ovviamente dipende dalla posizione geografica e dal tipo di attività – internazionale o meno – che svolge l’azienda. «Per gli pneumatici invernali si spende una cifra tra i 1500 e i 2000 euro – spiega ad esempio Marco Carra, direttore del Gruppo Autocisterne Mantova (GAM) – Una spesa che si spalma su un arco di tempo pluriennale, visto il cambio con gli estivi e la percorrenza sui 100.000 km. Il costo delle catene è circa sui 400 euro e durano ancor di più, anche una decina d’anni. I corsi di guida sui terreni difficili si organizzano in gruppi e con una certa periodicità: assommano a 4-500 euro anch’essi, ma non è una spesa annuale. In totale, a partire da zero, l’investimento è di circa 3000 euro a veicolo, che vanno spalmato su 2-3 anni di impiego». Le catene vengono montate sull’asse trainante e su 4 gomme. In casi particolari, su tratte particolarmente difficili tipo il Brennero o qualche passo svizzero, si possono posizionare anche sulle gomme dell’asse sterzante anteriore e su quelle del rimorchio.
«Il 90% degli autotrasportatori italiani non però ha costi particolarmente significativi sulle attrezzature da neve – conferma Maurizio Ciccottelli, presidente del CIPAA di Popoli (Pescara) – Le nostre spese in dotazioni per neve non sono alte, anche perché qui in Centro Italia le forti precipitazioni sono abbastanza rare. Ogni nostro camion ha con sé una coppia di catene dal costo di 800-1000 euro che durano circa 5 anni. Praticamente tutti i nostri mezzi montano pneumatici 4 stagioni, che rispetto alle invernali costano circa un centinaio di euro in meno». Per chi usa le invernali si deve aggiungere il discorso del montaggio/smontaggio con le estive (30 euro per gomma 2 volte all’anno) e la maggiore spesa per i consumi di carburante, che è difficilmente quantificabile in astratto.
Nulla a che vedere però con il vero danno, quello provocato dal blocco degli autocarri e autoarticolati. Questo significa ritardi o addirittura l’annullamento della consegna, disagi per l’autista e soprattutto penali e sanzioni su base contrattuale. Fermarsi comporta lo sfasamento di tutte le fasi del viaggio, dalle ore di sosta e di guida ai tempi di recapito delle merci, dal carico/scarico al caricamento di altri prodotti.
«Un’azienda come la nostra – denuncia Eugenio Zaninoni, presidente del Consorzio Autotrasporti Piacenza (Coap)– può perdere 60-70 mila euro a giornata per un provvedimento che blocca la circolazione. Moltiplicate questa cifra per tutte le imprese di trasporto italiane e capirete di che somme enormi stiamo parlando».
«L’investimento che un’azienda fa per la percorrenza sulla neve è sicuramente importante tra gomme e assistenza – precisa Marco Perozziello della Pierri trasporti di Salerno – e percentualmente può variare dal 10 al 30% del CTO di un’azienda come la nostra che fa molto internazionale. Ma certamente non è un costo paragonabile a quello di tenere fermi i camion per intere giornate».
«La verità – conclude Carra – è che il trasporto pesante paga bollo, assicurazione e quant’altro per tutto l’anno, poi alla fine circola solo 180/200 giorni (ovviamente non solo per il problema neve). Il costo delle emergenze, insomma, lo paghiamo noi».
Al Piano Neve e alle problematiche collegate
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