Dopo calamite e altri trucchi artigianali usati per alterare il funzionamento del tachigrafo, è il momento di soluzioni tecnologiche sempre più raffinate che permettono l’uso illegale del mezzo di rilevamento dei tempi di guida e di riposo. L’ultimo episodio si è verificato qualche giorno fa a Trento, dove sopra a un autoarticolato con targa polacca fermato nella zona dell’Interporto, lungo la strada provinciale 235 a Trento Nord, è stato scoperto un nuovo metodo per manipolare il ricevitore satellitare del tachigrafo sui mezzi pesanti. Si tratta di un sofisticato congegno elettronico costituito da una chiavetta usb in grado di bloccare e alterare la ricezione del segnale satellitare Gnss (Global navigation satellite system) del tachigrafo intelligente. È la prima volta in Italia che viene sequestrato – dalla squadra Pronto intervento infortunistica e viabilità della polizia locale Trento Monte Bondone, già nota per aver trovato il modo per punire pesantemente l’emulatore di adblue – un congegno che consente di manipolare in questo modo le rilevazioni del viaggio.
Il dispositivo illegale serviva al conducente per falsificare non tanto le proprie ore di guida e riposo, ma la posizione assoluta del veicolo, sfruttando il segnale per mezzo del ricevitore incorporato all’interno dell’apparecchio. L’apparecchio, sottoposto a sequestro amministrativo con il tachigrafo, riesce in sostanza a disturbare la frequenza e inviare un segnale di interferenza all’apparecchio di controllo. In questo modo gli autotrasportatori disonesti possono alterare la posizione satellitare, impedendo ai funzionari addetti ai controlli stradali di verificare efficacemente, ad esempio, il rispetto del numero massimo di operazioni di cabotaggio stradale consentite o il periodo di congelamento di quattro giorni fuori dai confini nazionali tra un ciclo e un altro. Il conducente sanzionato poteva insomma disattivare le registrazioni, mettendo in modalità «riposo» il tachigrafo nonostante il veicolo fosse in movimento.
Oltre alle eventuali conseguenze penali, l’uso del dispositivo rappresenta un illecito amministrativo che prevede una multa di 2.400 euro, la sospensione della patente di guida fino a 3 mesi e la decurtazione di 10 punti, oltre alle spese di ripristino dell’impianto tachigrafico (2.000 euro).
«Si tratta di una manipolazione sofisticata di difficile rilevazione – ha commentato il vice sovrintendente Alessandro Zampedri, specializzato nel rilevamento dei dispositivi di alterazioni dei tachigrafi – Se infatti il veicolo non viene fermato mentre il conducente utilizza il dispositivo (reperibile liberamente secondo l’autista sanzionato su alcuni siti web e a cifre contenute – ndR), ad oggi non esistono tecniche preventive di accertamento e rilevamento. La manipolazione avviene direttamente sul dispositivo elettronico e senza alcuna modifica visibile agli operatori di polizia. Un comportamento pericoloso e diffuso in tutta Europa e che ogni anno causa incidenti stradali gravissimi, oltre che una concorrenza sleale nel mondo dell’autotrasporto».