«Non capisco; non parlo la vostra lingua». Continuava a ripetere così un autista di nazionalità ucraina che venerdì scorso è stato fermato dalla polizia municipale di Firenze del reparto di Rifredi. Il camion – un bilico completamente carico – stava viaggiando verso il centro del capoluogo toscano una volta uscito dal casello dell’autostrada A11. Vista la nazionalità aveva bisogno di una serie di documentazioni e di licenze di trasporto particolari. Perché è vero che Unione Europa e Ucraina hanno stretto un accordo a fine giugno per aiutare il paese in guerra ad accedere ai mercati mondiali agevolando il transito attraverso i paesi europei ed è vero pure che questo accordo ha funzionato ed è stato più volte prorogato fino al 30 giugno 2025. In ogni caso, però, anche in questo accordo viene imposto agli operatori di trasporto di portare con sé documenti comprovanti l’autorizzazione al trasporto internazionale e quelli che attestano che le operazioni a vuoto sono direttamente connesse a un’operazione di transito o bilaterale.
Ma di tutto questo l’autista fermato non aveva traccia. Né sembrava disporre di alcuna capacità di comprensione, malgrado gli agenti della polizia municipale cercassero in tutti i modi di provare a stabilire un contatto. Tanto che, dopo aver tentato di esprimersi in italiano hanno fatto altri tentativi in inglese e quindi in spagnolo, ma dall’altra parte la risposta era sempre la stessa: «Non capisco; non parlo la vostra lingua».
Ma cos’è il genio? È comprendere la situazione e soprattutto cercare di utilizzare per quanto possibile tutti gli strumenti che la tecnologia ti mette a disposizione. Così, per esempio, di fronte a un uomo che parla un’altra lingua, significa tentare di utilizzare il traduttore automatico presente sullo smartphone che contempli quella dell’interlocutore. E tanto hanno fatto gli agenti di Rifredi. A quel punto l’autista ucraino non ha potuto più fare lo gnorri e ha dovuto dare seguito alle richieste dei poliziotti di verificare i documenti, ammettendo che ne era completamente sprovvisto.
Di fronte a tale ammissione le sanzioni sono state conseguentemente pesanti: 5.980 euro e il fermo del veicolo per tre mesi con affidamento al conducente. Gli agenti, trattandosi di autista straniero, hanno richiesto il saldo immediato della sanzione, ma l’autista ha rinviato tutto all’indomani, indicando però Bolzano come luogo di custodia del veicolo.
La mattina seguente, in effetti, c’è stata la sorpresa: il conducente del camion, infatti, si è recato negli uffici della polizia di Rifredi, insieme agli agenti si è poi trasferito alla depositeria e lì ha effettivamente versato i 5.980 euro della sanzione. Anche se in ogni caso il fermo persisterà per tre mesi.