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Autista muore tra le fiamme sull’Autostrada dei Giovi

Nello scontro tra due autocarri, nei pressi dell'uscita di Tortona, la cabina del veicolo tamponante prende fuoco. Nulla da fare per il conducente. Filt-Cgil: «Servono più investimenti sulla sicurezza»

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Oggi si celebra la «Giornata mondiale per la salute e sicurezza sul lavoro». L’anno scorso in Italia le morti bianche sono state 1.221 (più di tre al giorno), il che significa che, anche se in calo rispetto ai 1.270 decessi del 2020, si continua a morire non solo nei cantieri edili e nei campi, ma anche nella logistica e, non ultimo, nel trasporto. 
Spesso ci si dimentica infatti che un camionista che muore in un incidente stradale è una vittima sul luogo di lavoro, nell’ambito di un mestiere che incredibilmente non è ancora considerato usurante (come invece accade per esempio per gli autisti di autobus).

Quasi a sottolineare in modo crudele come ancora tanto si debba fare per fermare questa strage, ieri mattina  un tragico incidente sull’A7 Genova-Serravalle ha preteso il suo tributo di morte. Nel terribile scontro, avvenuto in direzione Milano, poco prima dell’uscita di Tortona, ha perso la vita il conducente Ivan Cristian, 50 anni, di nazionalità rumena, che abitava nel quartiere di Pra’ (Genova) da più di 20 anni. 
Secondo la ricostruzione della dinamica dell’incidente, un autocarro che trasportava prodotti alimentari ha tamponato un altro camion adibito al trasporto di elio liquido. L’impatto è stato violentissimo, tanto che la cabina si è incendiata. I Vigili del fuoco di Novi e Tortona, giunti immediatamente sul posto, sono riusciti a domare l’incendio, ma per l’autista intrappolato nella cabina non c’è stato nulla da fare. Le fiamme hanno poi causato il riscaldamento della parte posteriore dell’altro autoarticolato, per cui i pompieri hanno dovuto raffreddare e mettere in sicurezza anche quel mezzoLe operazioni di raffreddamento e bonifica hanno richiesto diverse ore, bloccando l’autostrada fino alle 13,45, quando è stata riaperta una sola corsia.

«È l’ennesima morte sul lavoro che registriamo in provincia – dice Giancarlo Topino della segreteria provinciale Filt-Cgil, in una dichiarazione rilasciata a La Stampa – Servono investimenti che garantiscano la sicurezza. Negli ultimi vent’anni il lavoro dell’autista di mezzi pesanti è stato visto più come un costo che come una risorsa, cercando sempre di aumentarne l’impegno, a volte a discapito della sicurezza. Questo incidente inoltre dimostra la pericolosità di trasportare alcuni materiali su gomma anziché su rotaia, come invece avviene in molti altri Paesi».

Anche dalla Fit-Cisl il segretario generale Salvatore Pellecchia, parlando in occasione della Giornata mondiale per la salute e la sicurezza sul lavoro, sottolinea come sia «inaccettabile che un paese con un’economia avanzata come la nostra, registri ancora un numero altissimo di incidenti sul lavoro. Solo nel 2021 sono complessivamente 555.236 le denunce di infortunio presentate all’Inail (con un +0,2% rispetto al 2020). Con gli strumenti formativi e tecnologici a disposizione oggi, la prevenzione dovrebbe aver abbattuto da tempo numeri così spaventosi. E invece ancora si considera la sicurezza un costo e non un investimento, anche nel nostro settore dei trasporti».

Redazione
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La redazione di Uomini e Trasporti

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