Veicoli - logistica - professione

HomeProfessioneUfficio trafficoAutista fermato a Bari per guida di 17 ore. Uggè: «La responsabilità va condivisa»

Autista fermato a Bari per guida di 17 ore. Uggè: «La responsabilità va condivisa»

Un autista, dopo un proverbiale sforzo fisico, ha subito una sanzione altrettanto clamorosa (14.000 euro), oltre al ritiro della patente e alla sospensione e al sequestro delle false carte tachigrafiche (ne aveva più di una). Per il presidente della Federazione, «occorre responsabilizzare direttamente ogni soggetto della filiera dei trasporti. La soluzione normativa esiste, nel d.lgs. 286/05 e nel Codice della Strada»

-

Un altro episodio al limite dell’incredibile rilancia il grave problema della sicurezza sulle strade. A Bari è stato fermato dalla Polizia locale un conducente di camion che è risultato alla guida del suo veicolo per 17 ore consecutive. L’autista è stato multato per 14.000 euro, gli è stata ritirata la patente di guida per la sospensione e sequestrata una delle false carte tachigrafiche.

Il camionista era in possesso di documenti d’identità turchi e bulgari e di due carte tachigrafiche che gli avrebbero permesso di eludere le normative sui tempi di guida e riposo, alternando l’uso delle carte per superare i limiti imposti e sfuggire ai controlli. Ma il confronto dei dati registrati dal tachigrafo digitale del camion con quelli delle carte ha appunto rivelato una guida sconsiderata di quasi 17 ore di fila, con l’infrazione dei limiti di legge e mettendo in pericolo se stesso e gli altri utenti della strada.

«Soluzione? Applicare il principio della responsabilità condivisa»

La grave vicenda ha suscitato le critiche di Paolo Uggé, presidente di FAI – Federazione degli Autotrasportatori Italiani. «La sicurezza per chi viaggia sui Tir significa sicurezza per tutti gli utenti della strada – ha commentato Uggè – È indispensabile quindi applicare il principio della responsabilità condivisa fra tutti i componenti della filiera del trasporto»

«Come dice il presidente Mattarella, la sicurezza nei trasporti e nel lavoro è indice di civiltà – ha aggiunto – La popolazione si domanda perché non si faccia nulla per porre un freno alle stragi sui luoghi di lavoro, come è appunto la strada, morti che spesso derivano da pratiche di sfruttamento. Le normative in proposito sono chiare, ma non sono fatte rispettare da chi è preposto a garantirne l’osservanza. È necessario insomma responsabilizzare direttamente ogni soggetto della filiera dei trasporti. La soluzione normativa esiste, nel d.lgs. 286/05 e nel Codice della Strada». 

«Un esempio per tutti – sottolinea ancora il presidente Fai – viene dai trasporti di merci pericolose dove spesso si costringono i conducenti – anche se per fortuna non tutti -a soste al caldo in estate e al freddo in inverno, che talvolta superano le 4 ore di attesa, con evidente ricaduta sulle condizioni psicofisiche degli autisti».

Rivolgendo un appello al Presidente della Repubblica, al Presidente del Consiglio e al Ministro dei Trasporti, Uggè suggerisce infine di rimettere in circolazione i Centri di revisione mobili per rendere più efficaci e accurati i controlli.

Redazione
Redazione
La redazione di Uomini e Trasporti

close-link