Il perdurare della pandemia e le manifestazioni no green pass davanti al varco IV che hanno limitato l’attività del porto di Trieste nello scorso mese di ottobre non ne hanno rallentato i traffici portandolo a chiudere il 2021 con un forte recupero sul primo anno della pandemia: + 2,23% i volumi totali, con più di 55 milioni di tonnellate movimentate.
Lo scalo giuliano si conferma tra i leader in tema di sostenibilità con oltre il 50% dei container e il 41 % dei semirimorchi che prendono le vie dell’Europa Centro-Orientale attraverso i servizi intermodali che quotidianamente partono e arrivano da/a Trieste. Una performance in controtendenza rispetto alla media europea, se si pensa che l’UE stabilisce di raggiungere per il traffico cargo ferroviario la soglia del 30% entro il 2030, e del 50% entro il 2050.
Prendendo in esame i settori merceologici, spicca il dato relativo al general cargo (Ro-Ro e container), in crescita del +8,19% con 17.363.451 tonnellate. Nel 2021, il comparto Ro-Ro ha confermato un andamento di crescita sostenuta (+25,57%), con 305.804 unità transitate, che indica il record storico assoluto: l’Autostrada del Mare con la Turchia ha raggiunto 763 toccate (+34%), rispetto alle 569 dell’anno precedente.
Per quanto attiene il settore container, il 2021 sconta una flessione del -2,42% pari a 757.243 TEU movimentati. Calo che risale a molteplici fattori come la pandemia, l’aumento dei noli, le difficoltà nel reperimento di TEU vuoti, oltre al blocco del canale di Suez del marzo scorso e alle manifestazioni di ottobre. Concause che hanno inevitabilmente portato a ripercussioni negative sul traffico containerizzato. Nello specifico, il decremento complessivo dipende in particolare dal terminal contenitori TMT (-5 %) con oltre 652.00 TEU movimentati; al contrario, il traffico container presente sulla linea dei ferry Ro-Ro da/per la Turchia ha registrato una variazione positiva del +25,76% con 104.769 TEU.
Il ruolo gateway di Trieste è in continua crescita sul bacino di mercato europeo, una dinamica trainata dall’espansione dell’utilizzo della ferrovia degli ultimi anni. Lo confermano i servizi intermodali sviluppati da una decina di imprese ferroviarie attive nel porto e da diversi operatori logistici, che aumentano in frequenza e in origine/destinazione quasi completamente su scala internazionale, sia per il settore container che per i semirimorchi.
Trieste si conferma primo scalo ferroviario d’Italia con 9.304 treni manovrati nel 2021 (+15,13%). «Ringrazio i tantissimi lavoratori di Trieste e Monfalcone che hanno permesso di ottenere questi risultati in un anno particolarmente difficile – afferma il presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Orientale, Zeno D’Agostino – I dati ci restituiscono la fotografia di un sistema portuale dinamico, in continua trasformazione, sempre meno dipendente dalle rinfuse liquide e sempre più green. Siamo sul binario giusto soprattutto se guardiamo ai numeri del traffico ferroviario che assumono particolare rilevanza e appaiono pienamente coerenti con le linee guida in termini di sostenibilità adottate dall’UE».