L’autotrasporto sta male un po’ ovunque in Italia, ma in Trentino sta forse peggio. A sostenerlo è la locale Associazione artigiani che denuncia una diminuzione del 15,5% del numero delle imprese dal 2004 a oggi. In termini assoluti da 1.252 a 1.058.
Per individuare possibili cause di questa emorragia in parte precedente alla crisi, il dito viene puntato soprattutto sulla difficile concorrenza con altre regioni europee, dove il costo dell’autista è minore, per non dire dimezzato. Se infatti in Italia la retribuzione media lorda si aggira sui 44.000 euro, in Slovacchia scende a 26.000 euro, in Romania a 23.000 euro, in Polonia a 22.000 euro e in Bulgaria a 17.000 euro.
Sembra un problema di settore – fa notare Roberto De Laurentis, presidente dell’Associazione – ma in realtà la fuga verso Est comporta «effetti collaterali quali perdita di forza lavoro italiana, minori entrate contributive e fiscali, maggiore carico sul welfare per l’aumento del sostegno al reddito, trasferimento di denaro in altri Paesi».
Altri problemi riguardano poi le difficoltà nei pagamenti con gli insoluti e il mancato rispetto della normativa sul cabotaggio.
Trentino: c’è la differenza di costo del lavoro con l’Est dietro la chiusura del 15,5% delle aziende di autotrasporto
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