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Trasporti eccezionali, corridoi dedicati e geolocalizzazione per tagliare i costi aziendali

Sono le due novità allo studio del tavolo istituito presso il ministero dei Trasporti che tornerà a riunirsi a settembre, ma difficilmente potrà essere rispettata la scadenza del 30 ottobre per il Piano nazionale dei trasporti eccezionali. Richiesta anche una proroga per l’entrata in vigore delle Linee guida adottate dal ministero due anni fa

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Geolocalizzazione per le autorizzazioni periodiche e corridoi ad hoc per i trasporti eccezionali. È questa la formula allo studio al tavolo istituito presso il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti che vede confrontarsi le associazioni dell’autotrasporto, i gestori delle strade e autostrade e le autorità competenti. Il tavolo, voluto dall’articolo 7bis del decreto-legge 146/2021 (convertito nella legge 215/2021) firmato dal Governo Draghi con l’intenzione di rimettere ordine in un settore come quello dei trasporti eccezionali preso di mira dopo la tragedia del Ponte di Annone, crollato sotto il peso di un camion che trasportava bobine e, più in generale, nella nuova consapevolezza dell’obsolescenza delle infrastrutture in Italia arrivata dopo il crollo del Ponte Morandi a Genova. 

Il piano nazionale dei Trasporti eccezionali

Il tavolo, che l’ultima volta si è riunito il 15 luglio scorso e che sarà nuovamente convocato a settembre, dovrà definire il Piano nazionale dei Trasporti eccezionali la cui adozione, secondo la legge, era prevista inizialmente entro il 30 ottobre 2024, prorogata poi di un anno al 30 ottobre 2025. Una data che però, stando a fonti vicine al tavolo, rischia di dover slittare di nuovo a causa della complessità del lavoro. L’obiettivo è infatti quello di individuare corridoi dedicatiche garantiscano il collegamento tra le aree più industrializzate del Paese e che siano sicuri, a livello infrastrutturale, anche per i trasporti eccezionali. In altre parole, individuare tragitti ad hoc vorrebbe dire anche snellire la burocrazia che oggi soffoca le aziende che trattano questi trasporti, un settore di nicchia ma molto richiesto e specializzato anche per le esportazioni di manufatti all’estero. Infatti, con la normativa vigente, le aziende sono costrette a richiedere autorizzazioni di diversa tipologia sullo stesso tracciato, mentre con i corridoi dedicati l’autorizzazione potrebbe estendersi e coprire più trasporti per lunghi periodi. Un’altra novità all’esame del tavolo è la geolocalizzazione per i trasporti che necessitano di autorizzazioni periodiche: il controllo satellitare dei convogli sarebbe un utile strumento per gli enti gestori delle strade ai fini del monitoraggio della sicurezza delle infrastrutture.

Linee guida per i trasporti in condizioni di eccezionalità

Un lavoro che imporrebbe anche una revisione delle Linee guida sui “Trasporti in condizioni di eccezionalità”, adottate a fine luglio del 2022 dall’allora ministro Enrico Giovannini in attuazione di quanto previsto dal decreto-legge 50/2022, convertito con legge 91/2022 n. 91. Anche questo testo, la cui entrata in vigore è attualmente fissata per il 25 marzo 2025, è nato con l’obiettivo di individuare le modalità di verifica della compatibilità del trasporto in condizioni di eccezionalità con la conservazione delle sovrastrutture stradali, con la stabilità dei manufatti e con la sicurezza della circolazione. A questo proposito impone alle aziende che richiedono le autorizzazioni, per trasporti sopra un certo limite, di provvedere alla redazione di studi e ricerche sulla tenuta delle infrastrutture. Una pratica molto costosa per le aziende che richiede il coinvolgimento di professionisti, tecnici e interi dipartimenti universitari. Per questo, molti al tavolo chiedono con forza di spostare più avanti il termine per l’entrata in vigore delle Linee guida: i corridoi potrebbero, almeno in parte, risolverebbero il problema delle verifiche, e sollevare le aziende da burocrazia e da (molte) spese. 

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