Con l’Imu èandata male. Adesso inizia il secondo calvario, quello che conduce alla Taressui capannoni industriali e sui magazzini. Il motivo è molto semplice: secondoi sempre ben informati della Cgia di Mestre tra il rincaro dell’Imu el’introduzione della Tares, gli aumenti di imposta rispetto al 2012 sarannomolto pesanti. In particolare «con l’introduzione della Tares l’aumento diquesta tassa sui capannoni dovrebbe essere superiore, rispetto a quanto pagatol’anno scorso, del 15,5%». Se poi si guarda al 2011 il conto diventa ancora piùsalato, visto che, per esempio, «per un capannone da 500 mq l’aggravio (aseconda dell’aliquota applicata) varia tra i 1.409 e i 1.572 euro; per uncapannone di 1.000 mq l’aumento va da 3.288 e 3.734 euro; infine, per unfabbricato da 2.000 mq l’incremento varia tra i 5.870 e i 6.583 euro».
E proprio il 20 maggio la Tares ha fatto un passoin avanti verso i contribuenti, visto che è apparso in Gazzetta Ufficiale (lan. 116) il decretodel 14 maggio 2013 del Ministero dell’Economia e delle Finanze, concertato conl’Agenzia delle Entrate in cui viene approvato il modello di bollettino diconto corrente per il versamento del nuovo tributo comunale sui servizi e suirifiuti. Vale a dire quei bollettini con cui si potrà procedere alpagamento del tributo introdotto dal decreto Salva Italia.Per la precisione per pagare laTARES relativa alle prime due ratedel 2013, i Comuni devono inviare agli interessati i modelli di pagamento precompilati,già predisposti per il pagamento della TARSU o della TIA1 o della TIA2, ovvero indicarele eventuali modalità alternative di pagamento.Tutto ciò perché, almeno rispettoal 2013, i Comuni possono definire autonomamente la scadenza e il numero dellerate di versamento, pubblicandole comunque sul sito dell’ente entro e non oltre30 giorni dalla scadenza prevista.