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Taglio delle accise: è possibile in Francia e adesso anche in Grecia. In Italia no

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Finalmente i carburanti sembrano arrestare la corsa al rialzo. Ma qualcosa la strepitosa impennata di quest’estate sembra aver prodotto, almeno altrove. La Francia, per esempio, già da settembre ha pensato di ridurre le accise su benzina e gasolio di 0,030 euro/litro, che con la maggiorazione del 19,6% di Iva diventa 0,036 euro/litro.
Ma addirittura la Grecia, con una situazione della finanza pubblica terribilmente vicina al collasso, ha pensato di far respirare i propri cittadini – anzi, per la precisione quelli che consumano gasolio, vale a dire trasportatori, rappresentanti, ecc – tanto che nella rilevazione fatta dalla Commissione Europea lo scorso 22 ottobre si evince che l’accisa su questo carburante è scesa da 0,427 a 0,344 euro/litro, con un taglio di 0,079 euro/litro, che caricato dell’Iva al 23% fanno 0,097 euro/litro.
Così il primato italiano sulla tassazione dei carburanti diventa sempre più saldo, anche grazie al fatto che negli ultimi due anni l’aumento delle accise unito all’Iva (comunque aumentata) ha prodotto un incremento del 30,2%, in termini assoluti pari a 20,4 cent/litro. 
Rispetto alla benzina, infatti, viaggiamo sulle vette di 89,5 centesimi per litro (Iva compresa), davanti a Olanda (89,1), Regno Unito (85,3), Grecia (84,1) e Svezia (82,3).
Per il gasolio, invece, bisogna accontentarsi del secondo posto, visto che le nostre imposte di 74,7 centesimi per litro ci consegnano la seconda piazza dietro al Regno Unito (85,3), ma comunque davanti a Svezia (67,9), Irlanda (61,4) e Finlandia (56,9).

Redazione
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La redazione di Uomini e Trasporti

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