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Sul trasporto soffia una leggera brezza di ripresa: ecco verso dove

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Scansiamo subito il campo dalle false illusioni: la crisi economica non è alle nostre spalle. Ma siccome non lo sarà fino a quando resteremo convinti che ce l’abbiamo di fronte, incombente come non mai, è meglio aguzzare lo sguardo per scorgere in giro segnali, tendenze, fenomeni che potrebbero indurre a pensare che, rispetto a ieri, abbiamo imboccato una strada diversa. Già qualche settimana fa Federpneus, l’associazione dei rivenditori di pneumatici, evidenziava come dai dati Aiscat i transiti di veicoli pesanti in autostrada nei primi tre mesi del 2014 siano aumentati dello 0,9%. Non è tantissimo, è vero, ma piuttosto che un ennesimo dato negativo, come quelli registrati negli ultimi 4-5 anni, è sicuramente meglio.
Numeri un po’ più consistenti, invece, giungono dalle concessionarie dei veicoli industriali, dove secondo i dati del Centro Studi Continental, nei primi cinque mesi del 2014 le immatricolazioni di questi veicoli sono cresciute del 15,2% rispetto allo stesso periodo del 2013. Percentuale di tutto rispetto, anche se bisogna pur sempre considerare che ancora nel 2013 i veicoli venduti erano circa il 59% in meno di quelli del 2007 e che quindi il dato positivo di oggi è la conseguenza dei pianti di ieri. 

In più, bisogna sottolineare che esattamente da due anni – e per la prima volta in assoluto – i veicoli immatricolati sono meno di quelli radiati dal pubblico registro automobilistico. Il che equivale a dire che il parco circolante, attestato oggi a 3,93 milioni di veicoli, va restringendosi o che – è lo stesso – i veicoli italiani in circolazione sono meno. Di quanto? Nei primi 5 mesi del 2014, proprio in virtù delle maggiori immatricolazione, di appena uno 0,2%. Il che equivale a dire che quel 15,2% di veicoli immatricolati in più non compensa ancora il numero delle radiazioni.

Ma non fatevi prendere dallo sconforto: in fondo, se circolano meno veicoli, anche l’offerta di trasporto merci si restringe, nel senso che a soddisfare una domanda in leggera ripresa c’è un’offerta in leggera diminuzione. Una situazione che gli economisti considerano la premessa a un aumento delle tariffe di trasporto. Ma l’economista – ce lo ha insegnato la crisi – è un mestiere incline all’errore.

Redazione
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La redazione di Uomini e Trasporti

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