C’è una sentenza del TAR del Lazio destinata ad avere una portata storica. No. Non è quella sui costi minimi, rispetto alla quale ormai sapete un po’ tutto. Ma quella che di fatto ha imposto a un automobilista – ma il principio è riferibile, a maggior ragione, anche ai conducenti professionali, come gli autisti di camion – di sottoporsi a una revisione della patente perché affetto da apnee notturne. Ora, prima di saltare ad altra pagina del sito, è bene che sappiate che l’apnea notturna non è un male rarissimo, che colpisce una piccola parte della popolazione. Al contrario, a soffrire di Osas (acronimo di Sindrome delle apnee ostruttive in sonno) sono circa due milioni di italiani. O, quantificata diversamente, il 20% degli adulti maschi con più di 40 anni. Anche se il dato veramente sconvolgente è che il 95% di costoro ne è completamente ignaro.
Com’è possibile? Molto banalmente perché l’apnea vera e propria di fatto si manifesta nel sonno e quindi in pochi al suo insorgere se ne rendono conto. In pratica, inizia con il semplice russare, dovuto all’aumento di peso – e quindi della quantità di adipe intorno alle vie aeree – o a malformazioni, come la mandibola retroposta o la lingua grossa. In seguito diventa un fenomeno di interruzione delle vie respiratorie che può arrivare sino a 400-500 volte per notte. Ma tutto questo tormento notturno, magari poco avvertito, l’indomani torna a manifestarsi con conseguenze allarmanti, vale a dire con un’improvvisa sonnolenza, meglio nota come colpo di sonno. E proprio qui scatta la quasi incompatibilità con la guida.
Per carità, non parliamo di una malattia incurabile; anzi è sufficiente un semplice intervento ambulatoriale per rimuovere, il più delle volte, la causa dell’ostruzione. Ma molto spesso può essere sufficiente ricorrere a un dispositivo ventilatorio che tiene aperte le vie respiratorie con l’immissione di aria pressurizzata. Ma finché questo non avviene – sentenzia il TAR del Lazio – scatta la revisione della patente, insieme all’obbligo di sottoporsi a visita medica. Insomma, chi ha anche soltanto un piccolo dubbio sarà bene che si sottoponga a una semplice visita.
Ora rimane il problema di come far applicare questo dispositivo a casi pratici, ma intanto il sasso è lanciato. E quella malattia che Sergio Garbarino, presidente della Commissione Medicina del sonno, valuta come causa di un’extra spesa per lo Stato di 3,5 miliardi di euro, pari allo 0,4% del PIL nazionale, potrebbe essere finalmente colpita.
Storica sentenza del TAR: revisione della patente a chi soffre di apnee notturne (colpi di sonno)
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