Dopo le manifestazioni in Francia, Germania e Italia di metà marzo, è ora il turno della Spagna a trainare la protesta dell’autotrasporto europeo contro il caro gasolio. Da 11 giorni nei dintorni di grandi città come Madrid e Barcellona colonne di camion-lumaca si spostano con lentezza in punti stradali nevralgici, contro quell’aumento dei prezzi del carburante che, come dicono le associazioni sindacali, «mette in pericolo posti di lavoro e condizioni di vita». Le proteste, organizzate dalla Plataforma en Defensa del Sector del Transporte de Mercancía (Pdstm), un gruppo di autotrasportatori estraneo alle tradizionali associazioni di settore, si sono poi estese in tutte le principali città della penisola iberica, con anche picchetti ai punti di accesso al porto di Barcellona, provocando rallentamenti delle operazioni di carico e scarico merci e disagi nella distribuzione di alcuni prodotti. Lo sciopero ha provocato inoltre alcuni incidenti che hanno portato all’arresto di 44 manifestanti.
Oggi però pare che si sia giunti a un primo punto di svolta, dopo una riunione tra il ministro dei Trasporti spagnolo, Raquel Sánchez, e le associazioni dell’autotrasporto riunite nel ‘Comité Nacional del Transporte por Carretera (Cntc)’. Al termine dell’incontro, il governo ha annunciato il raddoppio dello stanziamento per il settore, che passa così da 500 milioni a 1 miliardo di euro. L’aiuto comprende una riduzione del prezzo del gasolio di 25 centesimi al litro (20 da parte dello Stato e 5 dalle compagnie petrolifere) in vigore fino al 30 giugno 2022 e contributi alle imprese di 1.250 euro per ogni veicolo industriale pesante e 500 euro per ogni leggero.
Altre misure sono: il raddoppio del fondo per incentivare l’esodo degli autotrasportatori più anziani; facilitazioni per prestiti; l’impegno a elaborare entro il 31 luglio un progetto di legge per limitare il subappalto nell’autotrasporto; la frequenza mensile dell’applicazione del gasolio professionale e un rimborso da parte del Tesoro su una vecchia vertenza.
Va però sottolineato come il comitato autonomo Pdstm, il principale protagonista del fermo, peraltro non invitato all’incontro ministeriale di stamattina, abbia ribadito che il Cntc non lo rappresenta e che pertanto lo sciopero può essere sospeso solo dalla Plataforma stessa. È quindi presumibile – come affermato dal portavoce del comitato, Manuel Fernández – che la protesta continuerà fino a che le richieste della Plataforma non verranno accolte, in particolare per quanto riguarda una riduzione del prezzo del gasolio di almeno 60 centesimi al litro. Proprio per risolvere questa situazione, il Governo ha deciso di incontrare la Pdstm questo pomeriggio nel tentativo di convincerla a terminare il fermo.
Ricordiamo che in Francia il governo aveva annunciato uno sconto sul diesel di 15 centesimi a litro, della durata di 4 mesi partendo dal 1° aprile, mentre in Germania non sono stati ancora presi provvedimenti specifici per accontentare le richieste degli autotrasportatori.