Occhio al distacco, perché può creare non poche conseguenze negative per l’autotrasporto italiano. È questo in sintesi il grido di allarme che ieri l’eurodeputata Debora Serracchiani ha lanciato, tramite un’interrogazione, alla Commissione europea, invitandola a «salvaguardare la tenuta occupazionale dell’autotrasporto, messa a rischio proprio dalla normativa Ue sul distacco comunitario».
Serracchiani ha spiegato che nel settore dei trasporti è «ormai una pratica diffusa avvalersi di prestazioni di personale di lavoro temporaneo fornito da agenzie interinali stabilite in altri Paesi Ue», ma ha anche aggiunto che se la normativa europea consente alle imprese «di assumere i conducenti in Paesi che presentano un ridotto costo del lavoro», alla fine dietro questo paravento «si possono legalizzare situazioni di dumping sociale».
I rischi enumerati dall’eurodeputata, nonché componente della commissione Trasporti, sono molti. Innanzi tutto, come detto, c’è il fattore occupazionale. Ma non basta. «Viene anche messa a rischio – ha aggiunto Serracchiani – la certezza di retribuzione pagata dalle aziende italiane alle agenzie di lavoro che, in teoria, dovrebbero versare i contributi al sistema previdenziale italiano. Se così non fosse gli autotrasportatori assunti tramite agenzie localizzate in Paesi dove i costi del lavoro sono più bassi rischierebbero di non ricevere la pensione».
Tra le possibili soluzioni al problema, Serracchiani ha indicato «il rafforzamento della cooperazione transnazionale, il miglioramento della conoscenza degli organismi nazionali di controllo e lo scambio di informazioni a livello europeo», ma ha poi richiesto espressamente alla Commissione di affrontare la questione anche rispetto alle «conseguenze economiche e sociali che si stanno verificando in alcuni Paesi».