Sistema di ristori automatico per i danni subiti dalle imprese di autotrasporto a causa del crollo del Ponte Morandi e revoca della tassabilità dei ristori ottenuti. È quanto chiede Trasportounito al ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, Enrico Giovannini. Il disagio degli autotrasportatori professionisti, finanziario e personale, nei mesi successivi al crollo del Ponte Morandi è stato tale da causare danni indicibili e non quantificabili per il settore. Lo Stato è intervenuto determinando degli indennizzi che, però, a causa di un vuoto normativo sono stati considerati tassabili da parte dell’Agenzia delle Entrate. Oltre il danno anche la beffa si direbbe. Una beffa quantificata dal coordinatore di Trasportounito, Giuseppe Tagnochetti: «Mille aziende che avevano beneficiato di ristori per oltre 180 milioni di euro, si trovano ora a doverne restituire dai 60 ai 70 milioni allo Stato».
Ma non è tutto perché la stessa associazione presenta al MIMS una documentazione degli extracosti subiti in questi mesi nei tratti autostradali liguri, un danno valutato superiore ai 600 milioni di euro (anche se al momento l’Antitrust ha accertato la responsabilità della Società Autostrade limitatamente a 5 milioni di euro).
Richieste
Trasportounito chiede innanzi tutto l’istituzione di un sistema automatico in base al quale eventuali attese, ritardi e code sulle autostrade causate dalla cattiva e non programmata gestione di lavori di manutenzione, scattino immediatamente, e sulla base di parametri predefiniti, gli indennizzi per i danni subiti dalle imprese di autotrasporto.
Una seconda richiesta riguarda l’immediata apertura di una Commissione d’inchiesta parlamentare sui mancati lavori di manutenzione alla rete, nei tempi e nelle modalità che un corretto rapporto di concessione avrebbe imposto. Occorre poi che giungano a conclusione le inchieste giudiziarie su tariffe, mancati investimenti ed enormi profitti, oggetto di un esposto che la stessa associazione unitamente ad altre sigle associative ha presentato alla Procura di Genova.
Rispetto alla tassazione degli incentivi, invece, si ricorda come un segnale politico importante sia arrivato dai parlamentari liguri che hanno risposto all’appello lanciato dall’associazione e stanno chiedendo un chiarimento definitivo al Mef e le necessarie modifiche normative al decreto Genova affinché sia ripristinata la reale volontà di sostenere le imprese più penalizzate dal crollo del ponte Morandi.