La crisi congiunturale non scalfisce i volumi di traffico nel porto di Trieste che nei primi cinque mesi dell’anno ha visto una crescita del +5,56% con 24.004.829 tonnellate di merce movimentata.
Sono le merci rinfuse liquide (+11,61%) a trainare la crescita con 16.625.750 tonnellate (69,25% del totale movimentato nello scalo triestino), nonostante diversi traffici scontino gli effetti dell’emergenza geopolitica internazionale.
Guardando nel dettaglio gli altri singoli settori, si riscontra un leggero calo delle merci varie (-3,39% ) con 7.322.254 tonnellate movimentate, mentre il comparto RO-RO si attesta su 124.091 unità transitate (-1,69%).
Molto negativo, invece, è l’andamento delle rinfuse solide con 56.825 tonnellate (-78,53% ) riconducibile al decremento dei cereali (28.999 tonnellate con un -25,95%) e dei prodotti metallurgici (con zero traffici nel periodo).
Contrazione del -10,61% anche i volumi registrati dai container – 313.137 TEU movimentati – ma la flessione tende a ridursi (nel primo bimestre 2024 la perdita era del 15,34%). Prendendo in esame il singolo mese di maggio, emerge un record storico mensile per il settore container, con un incremento a doppia cifra (+22,78%) e 78.297 TEU lavorati.
Ed è proprio questo comparto che rappresenta un indicatore del quadro geopolitico attuale e delle sue criticità. L’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Orientale ha rilevato che sono state appena 727 le navi container che tra gennaio e maggio hanno scelto di attraversare il canale di Suez (-69) mentre altre 676 hanno preferito allungare la rotta e, conseguentemente, i giorni di transito passando dal Capo di Buona Speranza. Ed è alla luce di questi dati che va inquadrato l’andamento di molti scali mediterranei.
Vittorio Torbianelli, commissario straordinario dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Orientale ha commentato così i dati di traffico: «Stiamo affrontando una crisi che non ci permette ancora di interpretare tendenze, e maggio, nel settore contenitori, ci ha regalato almeno un segnale di fiducia, ma certo se la rotta alternativa del Capo di Buona Speranza, scelta da molti armatori, da transitoria diventasse strutturale per un prolungarsi eccessivo della crisi, Trieste ne soffrirebbe pesantemente. Ci sono comunque diversi tipi di traffico valorizzare e sviluppare ulteriormente la multisettorialità è quindi l’unica chiave che ha il nostro sistema portuale per affrontare la crisi in corso, e questa è la strada che stiamo percorrendo insieme a tutti gli operatori e alla comunità portuale».
Calo congiunturale per il traffico ferroviario nell’intero sistema portuale, inclusi gli interporti di Trieste e Cervignano, dove la quota dei treni operati si attesta a 4.835 (-8,50%).