Veicoli - logistica - professione

HomeProfessioneLeggi e politicaZonta: «Ponte sullo Stretto? Timing sbagliato»

Zonta: «Ponte sullo Stretto? Timing sbagliato»

Troppo impegnativo in termini di costi, tempi e incertezze. Così commenta Fabio Zonta, uno dei massimi esperti a livello internazionale in materia di procurement, il progetto del governo di far ripartire la grande opera che collegherà lo Stivale alla Sicilia

-

Mentre il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini, in merito al progetto per la realizzazione del Ponte sullo Stretto, intervenendo all’assemblea Alis ha annunciato che «I primi scavi partiranno da qui a due anni» e ai timori sollevati in merito all’impatto ambientale ha replicato «Mi dicono che un problema potenziale potrebbero essere gli uccelli, che sbatterebbero contro il ponte. Ma gli uccelli non sono mica scemi, svolazzerebbero intorno» ecco che arrivano ulteriori dubbi sulla realizzazione dell’infrastruttura in merito alla tempistica.

«Oggi, così come nel medio termine, per la carenza di materie, è impegnativo e più costoso che mai rifare una facciata di un palazzo, figurarsi un ponte sullo stretto di Messina», sono le parole di Fabio Zonta, uno dei massimi esperti di procurement (approvvigionamenti) in Italia aggiungendo «nutro perplessità non tanto sulle buone intenzioni e sulla volontà di dotare il nostro Paese di un’opera importante, bensì sulla scelta dei tempi».

Zonta fa riferimento ai diversi shock globali che hanno generato la più importante crisi globale di approvvigionamenti di materie prime per cui iniziare ora un cantiere così importante comporterebbe costi più elevati, tempi di approvvigionamento delle materie molto lunghi e più incerti che mai in uno scenario globale imprevedibile. «Non sappiamo e nessuno sa prevedere come gli eventi internazionali, la guerra ma non solo, evolveranno e quindi pianificare una così grande opera «riflette l’esperto di procurement, sottolineando come – «in questo momento è poco ragionevole». Tra l’altro, la realizzazione del ponte si somma a tante altre piccole o grandi opere pubbliche già cantierizzate e in diversi casi ferme per motivi vari (budget, burocrazia, mancanza di materie o, anche, bloccate dall’Autorità giudiziaria.

La soluzione?  Per Zonta è semplice «Attendere e posticipare in tempi, magari non lontani, ma con scenari globali più certi e rassicuranti. D’altro canto se per la posa della sola prima pietra abbiamo atteso 5 anni…».

Redazione
Redazione
La redazione di Uomini e Trasporti

close-link