L’Asse del Brennero fa ancora discutere. Una recente delibera del GECT (Gruppo europeo di cooperazione territoriale), una struttura transfrontaliera nata per agevolare la cooperazione tra enti regionali e locali di Stati diversi, ha fissato una strategia per il trasferimento del traffico dalla strada alla rotaia nell’Euroregione “Tirolo-Alto Adige-Trentino”, in modo da avere una politica dei trasporti comune e coerente sull’asse del Brennero. L’idea è quella di ridurre – in vari step temporali: 2020, 2027 e 2035 – l’incidenza del traffico stradale sulla direttrice del Brennero. Tra le numerose azioni previste, la maggior parte riguarda il traffico pesante, come gli interventi per limitare la circolazione in giornate critiche; il monitoraggio costante del traffico; il limite massimo di transito per i mezzi pesanti; i punti di controllo degli autocarri e dei loro conducenti per il rispetto della normativa e dei tempi di guida e di riposo; il modal split, ovvero l’inversione delle modalità di trasporto, attualmente di 71 a 29% in favore della gomma, da pareggiare entro il 2027 e invertire rispetto ai valori attuali entro il 2035; la riduzione di un terzo del traffico deviato sul Brennero, entro il 2020.
Il provvedimento però che fa più discutere è l’introduzione da parte di Bolzano, Trento e Innsbruck di un pedaggio di corridoio sui Tir in passaggio allo scopo di spostare le merci dalla gomma al ferro. Questo, nelle intenzioni del GECT, eviterebbe il riversarsi sul Brennero del traffico “deviato” in conseguenza del pedaggio più favorevole e contrasterebbe l’aumento del traffico stradale. Il pedaggio sull’asse del Brennero dovrà quindi essere in linea con quello previsto per altri valichi alpini e anche la rete viaria secondaria sarebbe assoggettata al provvedimento, per evitare l’elusione dei pedaggi autostradali.
Molto negativa la reazione al provvedimento sia di Anita che di Conftrasporto.
«È vero che il passaggio alpino del Brennero è il meno costoso di tutto l’arco – ha commentato Thomas Baumgartner, presidente di Anita – ma i pedaggi comunque ripagano lautamente i costi delle rispettive infrastrutture, i bilanci della A22 e anche della A13 della parte austriaca, dal Brennero fino a Innsbruck».
Baumgartner ritiene che rincorrere anche sul Brennero il metodo svizzero di ridurre il traffico pesante aumentando i pedaggi rischierebbe di «far collassare il sistema delle esportazioni italiane e la competitività delle aziende tricolori». Il presidente chiede al Governo Italiano, in alternativa, di «intervenire sulla Svizzera affinché l’attraversamento del loro territorio diventi meno costoso e più agevole». E anche i sistemi di dosaggio utilizzati dal Tirolo hanno l’effetto di un incremento dei costi, oltre a spostare il problema ambientale sui paesi confinanti come la Baviera o l’Alto Adige, che si trovano a fronteggiare lunghi incolonnamenti sulle autostrade a causa della limitazione dei passaggi a 300 camion all’ora.
«I problemi del traffico non si risolvono con sempre nuove imposizioni e aumenti tariffari, ma con intelligenti investimenti in sistemi telematici e infrastrutturali che permettono di diluire i traffici su tutto l’arco temporale giornaliero e su più passaggi alpini possibili», ha concluso Baumgartner.
Anche a Conftrasporto la proposta del GECT non piace: «Nessuno contesta interventi a favore dell’ambiente – ha dichiarato il presidente di Conftrasporto, Paolo Uggè – che però debbono essere razionali e funzionali all’obiettivo, cioè lo spostamento di merci dalla gomma al ferro. Non vorremmo che dietro questa operazione si nascondesse solo un interesse prettamente economico».
Ricordiamo che il 70% delle merci italiane esportate devono attraversare le Alpi e i flussi si concentrano fondamentalmente su tre dei sette possibili passaggi dell’arco alpino: Monte Bianco, Svizzera e Brennero, i più importanti in quanto collegano l’Italia con le regioni europee più produttive e con i maggiori mercati di consumo come la Francia del nord sull’asse Lione – Parigi – Le Havre, il Benelux, l’Inghilterra e la Germania della zona Rhein-Main/Ruhr. L’attraversamento del Brennero inoltre serve anche per le esportazioni verso i Paesi scandinavi, la Germania orientale e, non da ultimo, la ricchissima Baviera.