Il porto di Augusta ha inaugurato il nuovo Terminal Container con l’arrivo della MSC Michigan. La portacontainer attraccata ha segnato una svolta importante per lo scalo siciliano che si specializza sul traffico dei contenitori. Dal prossimo 1 aprile verrà dirottato sul porto di Augusta tutto il traffico container che, finora arrivava allo scalo di Catania, e che così potenzierà il settore dei traghetti e del traffico passeggeri.
Il nuovo terminal container di Augusta si estende attualmente su un’area di circa 86.000 mq (si prevede un ampliamento nel 2025), è dotato di una banchina di circa 260 mt di lunghezza e un pescaggio che va da un minimo di 14,5 metri sino in alcuni punti a toccare i 16,5 mt. Tra le attezzature a disposizione dello scalo vi sono un sistema di sollevamento MHC Konecranes da 150 ton a cui si aggiungeranno due ulteriori MHC da 150 ton entro la fine dell’anno. Il piazzale, inoltre, dispone di 6 carrelli per la movimentazione dei container (stackers) di ultima generazione, frutto di un importante accordo con Sany, e nel corso dei prossimi anni sono previsti ulteriori investimenti che doteranno il terminal di infrastrutture e macchinari totalmente green. Il terminal dispone di un’area per i container refrigerati (reefer) in cui sono già presenti 170 plugs per i container refrigerati, che diventeranno 550 entro il primo trimestre 2025.
«Nell’ottica di un’attività sistemica e di razionalizzazione dei Porti appartenenti (Catania, Augusta e Pozzallo), l’Autorità di sistema Portuale della Sicilia Orientale ha deciso di spostare il traffico container dal Porto di Catania al Porto di Augusta, specializzando Catania per il traffico Crociere, Ro-Ro Pax e Ro-Ro. – specifica Antonio Pandolfo, presidente e direttore Marketing di EST, aggiungendo che – Ad Augusta abbiamo a disposizione ampi spazi, in una posizione vantaggiosa nel Mediterraneo ed in collegamento diretto con il sistema autostradale che ci consente di non interferire con il traffico cittadino. Contiamo di aprire nuovi servizi diretti e di intercettare le connessioni che attualmente servono i porti dell’Adriatico».