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MSC ad «alta quota»: acquisito l’80% del terminal container di Trieste

L’annuncio, tramite il braccio terminalistico TiL, di un ulteriore incremento delle quote del Trieste Marine Terminal (TMT) era stato dato lo scorso novembre, ma solo adesso è arrivato il sì da parte dell’Antitrust. Per il gruppo di Gianluigi Aponte è una stagione particolarmente proficua dal punto di vista delle espansioni societarie: solo un mese fa, l’acquisizione dell’intero capitale della Terminal Darsena Toscana, gruppo che gestisce la movimentazione dei container nel porto di Livorno

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Il gruppo MSC, attraverso il suo braccio terminalistico Til, potrà portare a termine l’acquisizione di un ulteriore 30% (per un complessivo 80%) del Trieste Marine Terminal (TNT). È infatti arrivato il semaforo verde da parte dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato (AGCM), che ha giudicato l’operazione di espansione del gruppo presieduto da Gianluigi Aponte «non idonea
a ostacolare
in misura significativa la concorrenza effettiva nei mercati interessati e a determinare la costituzione o il rafforzamento di una posizione dominante».

Tra le motivazioni dell’AGMC, si legge in particolare che «l’operazione in esame non determina significative sovrapposizioni orizzontali nel mercato dei servizi di terminal container rivolti alle navi portacontainer deep-sea per il traffico hinterland nell’Alto Adriatico. In questo ambito, infatti, il gruppo MSC è presente soltanto con una partecipazione non di controllo nel socio di minoranza della società che gestisce il terminal container di Ravenna». Anche considerando gli effetti verticali, cioè relativi allo stesso settore specialistico di attività, «assume rilievo – scrive l’Antitrust – la possibilità per i concorrenti di rivolgersi ai porti di Koper e Rijeka, che dispongono già oggi di capacità in eccesso e la cui capacità è peraltro in corso di ampliamento, oppure al nuovo terminal container del molo VIII del porto di Trieste, già operativo e in corso di sviluppo. Tale possibilità appare idonea a scongiurare il rischio di eventuali comportamenti escludenti da parte del gruppo Msc».

Con il via libera dell’Antitrust, cambia dunque definitivamente la composizione societaria del terminal container triestino. Perché se fino a ieri c’erano due soci che detenevo la medesima quota (50% a testa), vale a dire TiL, da una parte, e TO Delta, dall’altra, adesso il primo sale all’80%, mentre il secondo scende al 20%.

La tempistica dell’operazione è molto importante. Nel 2022 il Trieste Marine Terminal ha movimentato 733.053 Teu con una crescita del 15,8% rispetto all’anno precedente, un andamento confermato anche nei primi mesi del 2023, forte della joint venture tra i due soci e degli investimenti previsti per il rafforzamento del Molo VII che prevedono l’ampliamento della superficie di banchina e l’acquisto di nuove gru di banchina e di piazzale.

Il gruppo MSC porta a casa dunque questa operazione appena un mese dopo l’annuncio di un’altra importante acquisizione, quella che ha riguardato la conquista dell’intero capitale della Terminal Darsena Toscana, società che gestisce la movimentazione dei container (circa 900.000 teu all’anno) nel porto di Livorno (ne abbiamo parlato qui).

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La redazione di Uomini e Trasporti

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