Usano telecomandi, magneti ancorati al blocco del cambio, carte conducenti di altri autisti, fusibili che interrompono i contatti elettrici. L’italico (ma anche estero) ingegno applicato scientificamente per fregare la legge. Ma non c’è proprio nulla di cui andare fieri: i trucchi utilizzati per alterare il tachigrafo e bypassare le ore di guida e di riposo sono, oltre che una violazione di legge, un atto di concorrenze sleale mosso contro quelle aziende e quegli autisti – la maggioranza, va detto – che svolgono onestamente il loro lavoro giorno dopo giorno.
Uno spaccato del triste fenomeno lo ha fornito in questi giorni la Polizia stradale di Modena, presentando i dati delle campagne di controllo del 2015 sui veicoli industriali. La Polstrada modenese si è dedicata in particolare al rispetto delle ore di guida e di riposo dei conducenti e alla manomissione e alterazione del tachigrafo, infrazione purtroppo in grande aumento. “Sempre più aziende operanti nel settore – spiega infatti Giancarlo Alberti, sostituto commissario della Sottosezione stradale di Modena Nord – procedono all’alterazione di tale sistema di registrazione, al fine di falsificare i dati relativi alla velocità, ai tempi guida e alle percorrenze chilometriche dei propri autisti”.
I CONTROLLI
Nel corso del 2015, 3.539 pattuglie della Polstrada di Modena Nord hanno effettuato controlli su 20.018 mezzi, di cui circa 10.000 erano veicoli pesanti. Il pattugliamento si è svolto prevalentemente sulle tratte autostradali Parma-Bologna dell’A1 e Modena Pegognaga dell’A22. Nel corso dell’annata sono poi state effettuate 3 campagne Tispol Truck per controllare specificamente i veicoli per trasporto merci nazionali e internazionali, della durata di 7 giorni cadauna. In questo caso sono stati impiegati 12 Centri mobili di revisione (CMR), con 4 pattuglie e 8 operatori, e 12 CTM (Controllo trasporto merci), anche in questo caso con 4 pattuglie e 8 operatori. Le zone ove vengono usati i CMR sono di solito le aree di servizio Secchia Ovest/Est in provincia di Modena o eventuali aree di parcheggio, la Dogana di Campogalliano o l’autoporto di Sassuolo.
I RISULTATI
I controlli hanno portato alla scoperta nel 2015 di 3.397 infrazioni di mezzi pesanti. In particolare, sono state accertate 852 violazioni all’art. 174 CdS (superamento ore di guida), 220 violazioni per alterazione e manomissione cronotachigrafo e limitatore di velocità e 1.025 violazioni alla normativa sul corretto uso del cronotachigrafo.
I SISTEMI PER ‘FREGARE’
La Polizia stradale modenese ha anche fatto un breve, ma utile elenco dei sistemi utilizzati per manomettere il cronotachigrafo. Ecco questa speciale hit parade.
Al primo posto figura l’uso di un impulsore – del costo di circa 3.000 euro – installato sull’apparato cronodigitale, che riceve da un telecomando gestito dal conducente “appositi impulsi per azzerare l’attività del guidatore durante la marcia del veicolo, registrando falsamente tempi di pausa durante la marcia”.
Secondo posto per l’intramontabile magnete ancorato al blocco del cambio, all’altezza del sensore che fornisce i dati di movimento al tachigrafo. Il magnete neutralizza il sistema elettronico del trasmettitore e il veicolo appare fermo anche quando viaggia. Se la potenza del magnete è superiore a quella dell’impulsore si alterano i dati, se inferiore solo la velocità.
Terzo posto per l’inserimento nel tachigrafo della carta conducente di un altro autista non presente in cabina.
Quarto posto per quella che viene definita una new entry, vale a dire il fusibile-ponte per interrompere l’elettricità. Quando viene azionato il dispositivo, si priva il quadro di bordo dell’alimentazione e il tachigrafo non funziona più. In tal modo sul foglio di registrazione compare un tempo di riposo e non di guida.
LE SANZIONI
In caso di infrazione la sanzione ex art. 179 CdS è pecuniaria: da 1.696 a 3.933 euro, con la pena accessoria della sospensione della patente di guida da 15 giorni a 3 mesi, nonché la decurtazione di 10 punti e l’obbligo del ripristino del sistema tachigrafico. In caso di utilizzo di carta di altro conducente al titolare della licenza di trasporto viene imposta una sanzione da 814 a 3.260 euro. “A mio parere andrebbe inasprita la sanzione della sospensione delle patenti – aggiunge Alberti – in modo da colpire la concorrenza sleale che si genera”.
Multe, dunque: ma si rischia il carcere? Di fronte alla manomissione del tachigrafo potrebbe infatti scattare anche la denuncia penale, se la si considerasse una rimozione di strumenti finalizzati alla sicurezza sul lavoro, reato previsto dall’art. 437 del CP. “Qui purtroppo non esiste una linea comune delle Procure – conclude Alberti – alcune la recepiscono, altre no. E da noi è il secondo caso”.