No news, good news, cioè nessuna nuova buona nuova, dice un vecchio adagio non solo inglese. Ma non è che sia tanto affidabile. Almeno per quanto riguarda il mercato dei veicoli commerciali e industriali. Come di consueto l’organizzazione che riunisce le Case costruttrici europee ieri ha pubblicato i suoi dati relativi al mese di gennaio, e in effetti novità non ce ne sono. Purtroppo. Perché i numeri sono tragicamente sulla stessa lunghezza d’onda dei quelle del deficitario 2012.
Dei 27 Paesi membri dell’Unione europea sono ben pochi quelli che hanno statistiche con percentuali di crescita. E per di più tra questi solo uno rappresenta un mercato importante, il Regno Unito, che vede crescere le immatricolazioni del 5,4%. Gli altri Paesi sono la Bulgaria (81,1% di incremento), l’Estonia (47,6%), la Lituania (4,4%), la Polonia (11,3%), la Romania (35,4%) Per il resto sono dolori…
Va male la Francia, che con oltre 33 mila immatricolazioni è il più grande mercato di veicoli commerciali e industriali (rispetto al gennaio 2012 quest’anno ha perso il 9,8%. L’Italia, accreditata di 9.542 veicoli) si distingue per un pesante 23,6% in meno. Ma il dato che più di ogni altro pare essere uno squillante campanello d’allarme, è quello tedesco: con il 15,5% in meno la Germania non appare più come la locomotiva inarrestabile. E colpisce parecchio che il calo più forte lo lamenti nella fascia dei veicoli pesanti, dove con 3.325 nuove immatricolazioni arretra del 22,2%. Più mitigate sono le perdite della categoria dei “leggeri”: con 14.260 unità il mercato ha perso il 13,9%.
Mercato veicoli europeo. Perdite diffuse
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