Enormi scatole che viaggiano da sole in autostrada: un nastro trasportatore tra Tokyo e Osaka in grado di rimpiazzare ogni giorno il lavoro di 25.000 autisti di camion. Ecco la risposta del Giappone alla carenza di conducenti e alla crescita (inarrestabile) della domanda di logistica.
Pochi autisti e molta domanda
Il paese del Sol Levante da anni si trova a gestire il problema dell’invecchiamento della popolazione che non risparmia il trasporto delle merci, a queste difficoltà si aggiunge la disaffezione dei giovani per la professione, dovuta alla durezza delle condizioni di lavoro che rende molto difficile il ricambio generazionale. E come se non bastasse, a partire da gennaio 2024 è entrato in vigore lo stop agli straordinari del personale viaggiante che ha drasticamente ridotto la flessibilità del trasporto su strada (che copre quasi il 90% della domanda) e la capacità di consegna. D’altra parte, la domanda è in crescita, trainata essenzialmente dagli acquisti online, esplosi dopo la pandemia anche in Giappone, tanto che ormai sono diventati un’abitudine per più del 60% delle famiglie.
Un corridoio dedicato alle merci
Così il Governo, anche sulla scia dei primi Shinkansen, ovvero treni superveloci senza conducenti progettati per entrare in funzione nei prossimi anni, ha avviato un progetto chiamato “strada del nastro trasportatore”: un corridoio automatizzato in grado di trasportare enormi scatole che viaggiano autonomamente tra Tokyo e Osaka.
Il progetto, per il quale ancora non si conoscono i costi, ma che dovrebbe muovere i primi passi entro il 2027 per entrare a pieno regime nel 2030, è raccontato in un video nel quale si vedono i contenitori con ruote che si muovono lungo un corridoio a tre corsie, chiamato anche “auto flow road”, al centro di un’autostrada.
Il sistema automatizzato, in grado di funzionare ininterrottamente notte e giorno, è pensato per rendere indipendente la logistica del problema della carenza degli autisti, ma viene incontro anche alla questione ambientale, in quanto è in grado di ridurre notevolmente le emissioni di carbonio.
Quando il progetto sarà a regime, il carico sarà automatizzato, utilizzando carrelli elevatori, gli itinerari saranno coordinati con porti, scali ferroviari e aeroporti, mentre le consegne dell’ultimo miglio saranno comunque affidate ad autisti “umani”, seppure in futuro potrebbero essere utilizzati anche qui veicoli driverless.