All’indomani della manifestazione di TrasportoUnito che ha portato i camion sulle strade di Roma, con una delegazione di 4 trattori arrivati fin sotto le finestre del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, Maurizio Longo, numero uno dell’associazione con un passato sempre in primo piano nelle battaglie della categoria, è lapidario: “Dal ministero competente solo una cappa di silenzio”. Dall’incontro convocato da Porta Pia per il 26 febbraio ci aspettiamo “ben poco – ribadisce – Le premesse sono fortemente negative”.
Siete stati contattati dopo la manifestazione di Roma o dopo quella di Napoli di qualche tempo fa? Intendo dal Governo…
La convocazione del 26 febbraio è giunta alla vigilia della manifestazione di Roma, dopo 74 giorni dalla manifestazione di Napoli. In questo periodo, forse per la prima volta nella storia dell’autotrasporto italiano, abbiamo subito una cappa di silenzio totale del ministero competente nei confronti delle problematiche cogenti del nostro settore.

Quella di Roma è stata una protesta nelle regole, dettate dalla Questura che voi avete rispettato. Lei ha anche chiesto scusa ai romani per averli svegliati. Che cosa vi hanno detto le persone per la strada? Come sono percepiti oggi i camionisti?
A Roma abbiamo raccolto solo consenso e sostegno. È sufficiente scorrere i social inondati da messaggi positivi. Le due colonne dei Tir in manifestazione non hanno creato disagi e sono state accompagnate da segni tangibili di sostegno da parte degli autotrasportatori incrociati ma anche dalla gente comune.
Siete stati l’unica associazione a scendere in piazza per manifestare uno scontento che pure è lamentato da altre sigle. Crede che serva ancora il Tir lumaca o il fermo della categoria per ottenere qualcosa?
Noi siamo scesi in campo come sempre con coerenza, energia, tempo, e soprattutto coraggio. Il fatto di essere unici a protestare non è certo un buon segno. Personalmente nel corso degli anni ho partecipato a tutte le battaglie sindacali a favore delle imprese di autotrasporto italiane e puntualmente in ogni occasione ci è mancato il sostegno delle confederazioni imprenditoriali e spesso anche dai vertici delle associazioni dell’autotrasporto. Anche in questa occasione gli unici alleati su cui possiamo contare sono, e spero saranno, i nostri conducenti.
Come è cambiata nel tempo la “lotta degli autotrasportatori”?
Sono certo cambiate le modalità e le tempistiche di esecuzione. Una volta quella di un fermo nazionale era un’ipotesi estrema che si concretizzava dopo numerose assemblee e riunioni territoriali; ora invece la connessione con le imprese è immediata ed è infinitamente più facile ottenere adesioni e consenso. C’è da dire tuttavia che un tempo le associazioni erano molto unite e le azioni erano assunte dopo aver condiviso gli obiettivi. L’ultimo fermo nazionale unitario risale al 2007, mentre il fermo nazionale dell’autotrasporto effettuato soltanto da Trasportounito è nel 2012: 5 giorni di fermo con importanti risultati centrati ma anche con l’ostracismo nei confronti della nostra Associazione che pagò caro il suo coraggio, con l’esclusione dall’Albo degli Autotrasportatori mediante una specifica legge.
Che cosa vi aspettate dall’incontro con il Ministero del 26 febbraio?
Ben poco. Le premesse sono fortemente negative.
Quali sono le tre misure che secondo lei sono indispensabili per la sopravvivenza delle aziende di autotrasporto, quelle da fare subito…
In primis la modifica di norme del mercato, molte delle quali in vigore da 15 anni e del tutto inefficaci: e quindi è ora di invertire un sistema che danneggia le imprese: tempi di pagamento, attese al carico/scarico, costi di produzione e tariffe dei servizi di autotrasporto ecc… La seconda misura riguarda la carenza dei conducenti rispetto alla quale occorre avviare una rivoluzione strutturale e funzionale che riguarda la procedura CQC, le abilitazioni, uffici specifici del ministero e relazioni internazionali. La terza misura è la sicurezza stradale prevedendo al meglio le aree di sosta, la pianificazione dei cantieri infrastrutturali, le modalità di controllo, la burocrazia per l’autotrasporto e le necessarie modifiche all’attuale codice della strada.